La fedeltà a Te, Signore, passa attraverso le persecuzioni, segno di un mondo che non ti conosce.
E’ l’indignazione di chi vive la propria fede, testimoniandola nell’attenzione ai più bisognosi, agli ultimi, come il cireneo, che pur gravato dalla fatica quotidiana che il proprio dovere impone trova l’occasione per alleviare il peso delle croce di chi incontra nel proprio cammino,eppure viene deriso, insultato.
E’ il malcostume della maldicenza, della calunnia che ferisce e umilia.
E l’indignazione si trasforma in desiderio di giustizia, una giustizia che viene negata a chi è vittima di oppressione, ma che Dio rivendica come suo dono.
E quindi la preghiera rimane il grido dell’oppresso che invoca l’intervento di Dio.
Credo che a questo punto le parole del salmo, esprimono i sentimenti e l’accorato appello di chi implora da Dio il suo aiuto, per poter continuare a testimoniare degnamente i valori in cui crede.

Dal salmo 68 (69) :
Perchè mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta sono caduti su di me.
Avvicinati a me, riscattami
liberami a causa dei miei nemici.
Tu sai quanto sono stato insultato,
quanto disonore, quanta vergogna,
sono tutti davanti a me i miei avversari.
Riversa su di loro il tuo sdegno,
li raggiunga la tua ira ardente

Mimma Zito