cefalumandralisca-sansebastiano4-2015Per più di tre secoli hanno tenuto il loro segreto artistico. E solo ora i due capolavori ritrovati a villa Sant’Isidoro di Bagheria hanno rivelato tutta la loro storia nelle sale del museo Mandralisca dove saranno esposti fino al 31 maggio. C’era un folto pubblico ammirato davanti alle due tele di Pietro Novelli e di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto tornate all’antico splendore dopo un accurato restauro presso il laboratorio del museo diocesano di Palermo. L’evento culturale è stato arricchito dal concerto del quintetto a pizzico Nomos (“Danze migranti”) a cura degli Amici della musica di Cefalù.

Il senso dell’operazione culturale ideata da Flora Rizzo è stato richiamato in vari interventi, tra cui quello di Domenico Angileri, proprietario di Villa De Cordova di Sant’Isidoro, che presto diventerà un polo museale aperto al pubblico. Angileri ha presentato un progetto che si incontra con le politiche culturali del Mandralisca, rivolte alla valorizzazione dei beni culturali del territorio. “Si tratta – ha detto il presidente del Mandralisca, Franco Nicastro – di iniziative che mirano alla restituzione alla collettività, e quindi al godimento pubblico, di un patrimonio di grande rilevanza”. La proiezione territoriale della mostra, curata da Vincenzo Abbate e Stefania Randazzo, e l’interesse per la nascita di un nuovo museo sono testimoniati dalla presenza, nelle sale del Mandralisca, dei sindaci e degli amministratori di Cefalù, Bagheria, Casteldaccia e Ficarazzi. Il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, ha sottolineato la centralità del Mandralisca nella vita culturale della città e l’importanza dell’esposizione: un evento che promuove il patrimonio del museo nel momento in cui trova un nuovo riconoscimento con la presenza del suo gioiello, il “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina, nella grande mostra su Leonardo in corso a Milano. Ne ha parlato come di un’occasione unica lo storico dell’arte Vincenzo Abbate.
L’opera di Pietro Novelli, il più grande pittore siciliano del Seicento, raffigura Davide che mostra la testa recisa di Golia. L’altro dipinto attribuito allo Spagnoletto è una raffigurazione di San Sebastiano martirizzato. I dipinti sono repliche autografe dei due grandi artisti che erano anche amici. Dopo il restauro curato da Mauro Sebastianelli i due capolavori ritrovati hanno richiamato un folto pubblico che ha affollato la sala dell’esposizione e che ha poi assistito al concerto dei Nomos.