Ecco la nota che il Porta Voce del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati Giulia Di Vita ha inviato a seguito della risposta avuta dal Sottosegretario De Filippo sull’interrogazione fatta sulla ipotesi di chiusura (oggi trasformatasi al momento in deroga al dicembre 2016) del centro nascite del’ospedale di Cefalù.

“Ci riteniamo poco soddisfatti sottosegretario De Filippo, vi siete sostanzialmente limitati a ribadire le misure già intraprese che nel breve periodo sedano la questione, ma non si può assolutamente parlare di una vera e propria risoluzione del problema.

Sinceramente ci aspettavamo uno studio più approfondito della vicenda da parte del governo, nonché un maggiore livello di dettaglio nella risposta del sottosegretario, vista la delicatezza della questione all’attenzione dell’intera popolazione del comprensorio delle Madonie e dei Nebrodi.

La malsana trovata di mettere in competizione due strutture ospedaliere, come quella di Termini Imerese e di Cefalù, come se si trattasse di banali beni di consumo e non del diritto alla salute di migliaia di persone, denota una scarsa conoscenza delle peculiarità della zona interessata e i conseguenti disagi che, in entrambi i casi, la popolazione si troverà a subire. Facciamo riferimento innanzitutto alla difficile, e a volte impossibile, viabilità, che abbiamo già descritto nella nostra interrogazione e che, col recente crollo del tratto della A19, non potrà che peggiorare.

Desta inoltre notevole preoccupazione l’attività di verifica e monitoraggio dei volumi produttivi dei due presidi ospedalieri, che grazie a voi, si ritroveranno a gareggiare, per non dire a farsi una vera e propria guerra da qui fino a tutto il 2016: con quali modalità e scadenze, e da parte di chi verranno effettuate le necessarie verifiche? Dalla Regione? La stessa che ha dimostrato totale inadeguatezza perfino in vere e proprie tragedie come il caso della piccola Nicole?

Ma il ministero si è recato in loco per toccare con mano la realtà di cui stiamo parlando e confrontarsi coi diretti interessati, professionisti e cittadini?

Vi è chiaro che con la chiusura di uno dei due punti nascita negheremo a centinaia di future madri siciliane di poter trascorrere la gravidanza a casa propria, o di farlo a proprio rischio e pericolo senza avere la certezza di riuscire a raggiungere agevolmente il punto nascita più vicino, che potrebbe essere addirittura a 60 minuti di distanza, considerando perfino il migliore livello di viabilità e condizioni climatiche? Perché è di questo stiamo parlando.

Non potendo dilungarci oltre rinnoviamo l’invito che abbiamo rivolto al ministro, tramite lettera lo scorso 10 Aprile, a recarsi personalmente in loco in modo da poter approfondire insieme la questione, alla luce anche dell’avviata “guerra tra poveri” che è stata appena innescata, Le assicuriamo che il clima, tra professionisti e pazienti, non è certo dei migliori.”