PALERMO: E’ accaduto nella serata di ieri, quando la pattuglia dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile, su richiesta della Centrale Operativa interveniva presso il reparto di terapia intensiva respiratoria dell’Ospedale Civico di Palermo.

I militari giunti sul posto, contattava l’infermiere il quale riferiva che, durante il turno pomeridiano, alle ore 18,45, era stato minacciato con una pistola puntata al petto, dal fratello di un degente ricoverato presso il reparto in menzione, ben noto a quel personale medico e paramedico, in quanto più volte visto negli orari di visita, identificato poi in NAPOLI Giuseppe, nato a Palermo 1972.

L’uomo, già alle precedenti ore 14.00, orario corrispondente ad inizio turno pomeridiano, aveva chiamato in stanza un infermiere chiedendogli un sacchetto di plastica per i rifiuti, che gli dava tra le mani ma che rifiutava di prenderlo e pertanto lo poggiava per terra con il cestino.

Lo stesso, era già noto come persona irascibile e irruenta tanto è vero che già in passato, aveva avuto alterchi con altro personale addetto e sempre per futili motivi. Il fratello ricoverato, quando il NAPOLI giungeva negli orari di visita, stravolgeva l’assistenza come ad esempio: togliere le lenzuola dal letto, privare il fratello del pannolone, girarlo quando non avrebbe dovuto farlo, violando le regolamentazioni previste dal reparto.

L’interessato, al termine della visita, usciva regolarmente per poi fare ritorno alle successive ore 18.30.

In quest’ultimo frangente, poco dopo, alle ore 18.35 circa, veniva da questi richiesto presso la stanza del fratello, dove, chiudeva la porta ed in presenza di un altro suo parente occasionalmente presente, con toni minacciosi, proferiva le seguenti frasi in dialetto palermitano nei confronti dell’infermiere: “VEDI CHE QUELLO CHE SUCCESSO OGGI…NON DEVE MAI PIU’ SUCCEDERE”.

Alla minaccia l’infermiere non ribatteva, lasciando la stanza, poiché richiesto da altri utenti.

Il prevenuto, a quel punto lo raggiungeva nel corridoio ed urlando, estraeva da un borsello nero del tipo a tracolle, una pistola che gli puntava al petto e con la punta della canna evidente modificata e usurata.

Impietrito dal gesto e senza proferire parola, si girava dandogli le spalle, guadagnava distanza, recandosi direttamente presso la stanza del medico di guardia, a cui rappresentava l’accaduto. Ad assistere alla scena, vi era altro personale addetto e familiare di altro ricoverato.

Nel frattempo, NAPOLI Giuseppe si allontanava dal posto.

Pertanto, acquisite tutte le necessarie informazioni circa l’accaduto e l’identità di NAPOLI Giuseppe, i Carabinieri si recavano presso l’abitazione del medesimo sita a Palermo in via Agnetta, dove, avuta la presenza dello stesso, a seguito di perquisizione locale all’interno della camera da letto, all’interno di un borsello di colore nero veniva rinvenuto una pistola di colore nero del tipo a ”salve” marca “BRUNI” MOD. 85 calibro 8 mm. K, modificata in arma comune da sparo – da fuoco di tipo semiautomatico con caricatore monofilare inserito e scarico.

Si precisa che la meccanica presente sull’arma appare univocamente capace di far esplodere un’ogiva dal calibro 8 mm., mentre la canna era priva di tappo rosso e senza numero di matricola.

Alla luce di quanto sopra il NAPOLI Giuseppe, volto noto alle forze dell’ordine, condotto in Caserma veniva dichiarato in arresto per il reato di porto abusivo di armi e deferito in stato di libertà per il reato di minaccia aggravata.

Dell’avvenuto arresto la competente Autorità Giudiziaria disponeva la misura cautelare in carcere dell’arrestato in attesa di convalida davanti al G.I.P. del Tribunale di Palermo, associato all’Ucciardone.

L’arma, recuperata nel corso delle perquisizioni, veniva sottoposta a sequestro, in attesa di essere trasmessa al R.I.S. Carabinieri di Messina, per le analisi balistiche, al fine di accertare se la stessa sia stata utilizzata in azioni delittuose.