A seguito del cedimento di alcuni piloni del viadotto Himera, sulla A-19 Palermo-Catania e della presenza di diverse frane, sono state realizzate strade alternative, tali da consentire agli utenti di raggiungere le destinazioni desiderate, che attraversano diversi comuni del comprensorio Termitano e delle Madonie.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, hanno intensificato i controlli effettuando dei servizi a carattere sia preventivo che repressivo, con pattuglie che presidiano le aree interessate.
In tale contesto, nella tarda serata di domenica scorsa, una pattuglia di Carabinieri della Stazione di Castellana Sicula, stava effettuando un posto di controllo sulla SS 643, precisamente nel tratto via Collesano, nell’agro di Polizzi Generosa, quando un militare ha intimato l’alt al conducente di una Fiat Stilo proveniente da Palermo in direzione Catania. Accortosi dei militari, il conducente rallentava la marcia in maniera brusca, costretto a proseguire verso di loro, tenuto conto che su tale tratto viario non vi erano intersezioni dove eventualmente svoltare e dileguarsi.
All’interno del mezzo oltre al conducente ed al passeggero, sul sedile posteriore si trovavano cinque extracomunitari che cercavano di rannicchiarsi verso il basso, come per evitare di essere visti dagli operanti ed eludere il controllo.
I sette occupanti venivano fatti scendere dall’autovettura ed identificati in: LONGHITANO Sebastiano (conducente della Fiat Stilo), nato a Catania classe 1952, MOHAMUD SAID Mowlid, nato a Mogadiscio (Somalia) classe 1996, residente a Catania e ABI ISMAIL Adam, nato a Mogadiscio (Somalia) classe 1992, residente a Bari, i restanti quattro giovani passeggeri dichiaravano di essere sprovvisti di documenti e di venire dalla Somalia.
Nel corso del controllo, altro particolare che faceva presuppore si trattasse di clandestini allontanatisi da qualche centro di accoglienza, era il fatto che fossero tutti vestiti allo stesso modo: maglietta a manica corta di colore bianco, pantalone di tuta ginnica di colore blu scuro e scarpe infradito di colore nero dello stesso modello e marca.
Portati in caserma e sottoposti a perquisizione: MOHAMUD SAID, ABI ISMAIL e LONGHITANO Sebastiano venivano trovati in possesso di circa 8.000 € in contanti, di cui non sapevano giustificarne la provenienza.
Così come non sapevano come spiegare i numerosi telefoni cellulari (alcuni molto costosi), varie carte di credito, bancomat e “poste pay”, oltre ad un “generatore di password” di un istituto bancario.
Nel corso della perquisizione dell’ABI ISMAIL venivano trovati degli appunti manoscritti con indicate ed elencate somme di denaro anche per centinaia di euro, con a fianco dei nominativi siglati verosimilmente somali ed una pellicola adesiva riportante la dicitura “QUESTURA DI – Ufficio Immigrazione” con annesso stemma della Repubblica.
Giunto sul posto un mediatore culturale, venivano interpellati i quattro giovani che riferivano di esser giunti in Italia come clandestini e di essersi allontanati dal centro d’accoglienza, per essere raccolti dal catanese con la promessa di farli giungere in Germania.
LONGHITANO Sebastiano, MOHAMUD SAID Mowlid e ABI ISMAIL Adam, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria sono stati tratti in arresto con l’accusa di favoreggiamento aggravato della permanenza nel territorio dello stato, e tradotti al carcere Cavallacci di Termini Imerese in attesa di convalida. Sono in corso ulteriori approfondimenti per capire il ruolo del LONGHITANO rispetto alle condotte di favoreggiamento.