Troppe opere che crollano, troppi incidenti mortali nei cantieri, centinaia di chiusure di imprese e oltre centomila licenziamenti: l’edilizia in Sicilia sconta non solo le conseguenze della crisi, ma anche gli effetti di un mercato inquinato dalla concorrenza sleale di imprese opache che risparmiano su tutto grazie alla mancanza di trasparenza e di controlli, alla corruzione, alla pressione della criminalità organizzata sulle procedure di affidamento dei lavori.
Il disegno di legge di riforma degli appalti all’esame dell’Ars, frutto anche del lavoro congiunto delle 21 sigle fra sindacati, associazioni datoriali e dei tecnici professionisti riuniti nella Consulta regionale delle costruzioni, blocca i fenomeni delle “cordate” e dei ribassi eccessivi e rappresenta l’occasione per garantire finalmente l’accesso alle gare solo alle imprese sane che applicano le norme sulle forniture, che rispettano i diritti dei lavoratori e che investono sulla sicurezza nei cantieri.
E’ la svolta attesa dal comparto per uscire dalla crisi e ricominciare ad usare i termini “lavoro” e “assunzioni”. I sindacati Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil e le associazioni Ance Sicilia, Confapi Sicilia e Anaepa-Confartigianato, temendo che le polemiche sulla legittimità costituzionale della norma, lungi dal celare l’intenzione di proteggere interessi oscuri, finiscano per interrompere il dibattito a Sala d’Ercole, si sono riuniti d’urgenza nel fine settimana per lanciare un monito ai deputati dell’Ars, affinché approvino questa norma entro domani, prima della finestra legislativa dedicata all’assestamento di bilancio.
A tal proposito dichiarano: “I lavoratori e gli imprenditori si aspettano che i parlamentari regionali tutti colgano senza indugio questa occasione storica e irripetibile di imprimere una svolta di trasparenza e legalità al settore delle opere pubbliche che finora in Sicilia è stato terra di conquista per bande criminali. Nel momento in cui il presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, insiste sul fatto che la corruzione è un cancro radicato nella società che va combattuto senza tentennamenti, i deputati dell’Ars dicano chiaramente da che parte stanno e dimostrino concretamente, approvando il disegno di legge di riforma degli appalti in Sicilia, di volere alzare un argine contro l’infiltrazione della criminalità organizzata e i malaffari dei re delle ‘cordate’ e dei ribassi ‘magici’. Su questa norma i deputati dell’Ars si giocano la credibilità a livello nazionale riguardo alla lotta alla mafia e alla corruzione, all’impegno per la trasparenza e la legalità, alla salvaguardia dell’occupazione e della vita dei lavoratori”.