“Se abbiamo avuto il coraggio di fare, nei primi cento giorni, quasi 12 mila chilometri e toccare 87 città, con l’afa di agosto e i temporali di settembre, con una Sicilia spaccata a metà e con strade e ferrovie da medioevo, creando nei 66 comuni al di sopra dei 15 mila abitanti gruppi dei Coraggiosi e incontrando e ascoltando migliaia di donne e uomini; se abbiamo avuto il coraggio di riportare la politica tra la gente, di abbandonare porti sicuri, e per quanto mi riguarda la mia comoda e indecente poltrona di 8 mila euro all’Ars, scegliendo di navigare in mare aperto, mentre i 90 deputati regionali si godevano le vacanze alla faccia dei siciliani, per poi approvare al rientro dalle ferie tre leggi che non hanno neppure saputo fare; se abbiamo avuto il coraggio di esserci e di metterci la faccia è perché noi abbiamo a cuore la Sicilia, quella che sta fuori dai palazzi del potere. La Sicilia vera, quella profonda, quella bella. Oggi qui, partendo da questi numeri, con tutti voi, costruiamo il futuro e sono convinto che il meglio dovrà ancora venire”. Accoglie così i 300 delegati siciliani dei Coraggiosi Fabrizio Ferrandelli, l’ex deputato regionale del Pd, dimessosi il 19 luglio dall’Ars in polemica con il Pd Siciliano e con Crocetta, all’assemblea organizzativa dei Coraggiosi che si è tenuta stamane a Palermo.
Oltre al bilancio dei primi 100 giorni, le ipotesi di strutturazione del movimento, che sarà orizzontale, aperto e leggero, e una riflessione sulla politica regionale e sugli scenari futuri.
“Nei prossimi cento giorni – ha detto Ferrandelli – forti della credibilità che abbiamo, dobbiamo dare prova del nostro saper fare. Abbiamo portato il cuore oltre l’ostacolo, adesso mettiamoci anche la testa. Dovremo essere quelli che hanno idee, progetti, una visione di Sicilia per i prossimi 20 anni e le competenze per realizzarla”.
“Dobbiamo anche – ha continuato – proporre nei territori una classe dirigente  credibile. Facce nuove, niente riciclati e per chi vuole salire sul carro vi prego, rispondetegli: cominciate a spingere”.
“Questi del rimpasto, questi del PD all’Ars – ha concluso Ferrandelli – non hanno più niente da dire. Sono già il passato. A noi tocca scrivere il futuro, Tocca a noi dire cose nuove”.