La scelta del Governo regionale di procedere con l’esercizio provvisorio mi preoccupa molto. Soprattutto rispetto alla situazione delle decine di migliaia di precari e di categorie lavoratori dal destino incerto.
La temporaneità del provvedimento, nell’attesa che si possa chiudere il bilancio definitivo, non lascia presagire nulla di buono.
Perché tenere tutti sospesi?
Evidentemente non c’è ancora nessuna certezza rispetto alle somme che Roma dovrà garantire a copertura delle migliaia di persone che si è deciso di lasciare appesi ad un filo.

E se Renzi avesse in mente di scaricare la Sicilia e di disertare il mezzo miliardo di euro chiudendo in faccia la porta alle nostre aspettative legittime?
E se nella conduzione di totale incapacità di affrontare la questione del lavoro, collegandolo ai temi dello sviluppo e della produttività, avesse deciso di lasciare sprofondare il sud a vantaggio delle infrastrutture e degli investimenti per il nord?
Perché il governo nazionale ha mandato solo 900 milioni, rinviando il saldo fino al raggiungimento della cifra concordata di 1,4 miliardi di euro?

E soprattutto, se quei soldi non dovessero arrivare quali sono i capitoli che il governo intende decurtare ?
A valutare l’atteggiamento avuto dal Pd regionale e da Crocetta in questi anni, temo che a farne le spese possano essere le categorie più fragili: i Comuni, i Precari, i Forestali, i PIP e altre categorie di lavoratori per le quali a causa di superficialità e disinteresse non si riescono a trovare soluzioni come sarebbe necessario fare.

Parliamo, come nel caso dei 22 mila Precari degli Enti locali di gente che regge le sorti di interi Comuni in settori strategici come la polizia municipale, i servizi sociali, i tributi o l’urbanistica. O ancora dei precari della sanità dove la carenza di organico e ormai atavica. Per non parlare poi dei PIP ridotti a voucher senza alcun diritto, o della mattanza della Formazione professionale, uno dei settori dove si è partiti con i licenziamenti inattesi e con l’umiliazione di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.
E allora, siccome i precedenti e le premesse ci sono tutte, voglio dire chiaramente a Baccei, Crocetta, e agli assessori di stare molto attenti e di non sottovalutare l’impatto che una manovra di questo tipo potrebbe avere in Sicilia.
La mia terra nella quale sono nato e cresciuto è una terra tollerante e con ritmi lenti e un po’ arabi.
Ma non abusate!!!
Il popolo è anche disposto ad accontentarsi, a subire e lasciar correre in cambio di un pezzo di pane onestamente guadagnato. Ma non pensate di togliergli anche quello. Anche un popolo tranquillo, persino umiliato e bastonato, può trasformarsi in una bestia feroce quando oltre alla sua fame si vuol determinare la morte dei suoi figli.