Il Movimento 5 Stelle Sicilia chiede all’assessore regionale alla Salute Gucciardi di relazionare urgentemente in Aula, oltre che in commissione all’Ars, sullo scellerato provvedimento assunto dal Ministro della Salute Lorenzin nei giorni scorsi; un atto di pirateria col quale il Ministro decreta a poche ore dall’inizio del 2016, la chiusura di ben quattro punti nascita, quali Petralia, Lipari, Mussomeli e Santo Stefano di Quisquilia. Anche a Bronte e a Licata i punti nascita, nonostante la concessione della proroga ministeriale, sono stati chiusi il 31 dicembre. “Una mossa che sa tanto di presa in giro. L’assessore Gucciardi adesso spieghi ai siciliani come il governo regionale intende interagire con lo Stato per la salvaguardia della salute dei siciliani”. Così i 14 parlamentari Cinquestelle a Palazzo dei Normanni che assieme ai deputati alla Camera cercano di ottenere una rimodulazione di tutti i punti nascita siciliani sulla base delle istanze dei territori, in considerazione delle condizioni pietose delle infrastrutture nell’Isola che creano enormi distanze tra i vari presidi, e che tenga conto dei rilievi dei sindaci e dei comitati dei cittadini.

“Per quello che diamo allo Stato – afferma il parlamentare a Palazzo dei Normanni Francesco Cappello – dovremmo poterci permettere la sanità migliore d’Europa. La compartecipazione della regione siciliana alla spesa sanitaria è passata dal 42,5% del 2007 al 49,11% del 2009, per un valore stimato in 600 milioni di euro l’anno e quello che dallo Stato non riceviamo (per il 2016) 500 milioni dell’Irpef dei siciliani che, ex art.55 dell’esercizio provvisorio appena approvato, è subordinato alla definizione di un accordo tra Stato e Regione Siciliana stessa. Ecco, quindi, che come premio per la sudditanza dimostrata ed i soldi avanzati, la Sicilia ottiene chiusure di ospedali e reparti”.

Il caso arriva anche alla Camera, con i deputati M5S che hanno presentato una risoluzione, una interrogazione ed una nota al Ministero. “Il decreto Lorenzin – afferma la deputata a Palazzo Montecitorio Giulia Di Vita – dà l’occasione alla Regione di rimodulare la rete dei punti nascita basandosi non solo su mere soglie fisse su cui chiedere deroghe, come fossero favori, ma sulle reali esigenze del territorio, tenendo conto anche delle gravissime carenze infrastrutturali della Sicilia che mettono a repentaglio la sicurezza delle partorienti che per raggiungere i cosiddetti punti nascita “sicuri” devono fare dei veri e propri viaggi della speranza o emigrare direttamente dai piccoli centri”.