RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE

La chiusura improvvisa di alcuni punti nascita siciliani, tra i quali nella provincia di Palermo spicca quello di Petralia Sottana, inevitabilmente solleva una serie di dubbi, interrogativi e di inaccettabili criticità a cui il Governo Regionale e Nazionale devono dare pronta risposta.
Appare quantomeno fuori luogo la modalità e la tempistica che ha portato a questa repentina soppressione.
L’ospedale di Petralia Sottana insiste su un luogo strategico, isolato, anche in considerazione della carente situazione infrastrutturale e delle peculiarità orografiche del contesto territoriale madonita.
Senza tentennamenti, l’Assessorato alla Sanità si deve adoperare con ogni mezzo possibile per scongiurare quello che si profila come un disastro sanitario e una ingiustificata privazione di un servizio sacrosanto ed essenziale per Petralia e tutti i Comuni viciniori.
Non è arbitrario pensare che l’improvvida e frettolosa decisione del Ministero della Sanità sia stata assunta tenendo conto solo ed esclusivamente di freddi parametri numerico-statistici che, seppur hanno una loro importanza, non possono essere decontestualizzati dall’ambito
territoriale in cui vengono applicati.
La chiusura del punto nascita di Petralia, unico baluardo sanitario di un comprensorio composto da paesi isolati,significa per le partorienti, nella migliore delle ipotesi, ovvero con condizioni meteo e di viabilità favorevoli, ritrovarsi a partorire in un ospedale che dista svariate decine, in qualche caso oltre un centinaio di chilometri, dal luogo in cui
vivono, costringendole ad essere sballottate, da un ospedale all’altro e ad affrontare un viaggio di almeno due ore nell’affannosa ricerca di un presidio ospedaliero che dia loro assistenza per il parto.
Non credo che questa sia sicurezza per le donne gravide, anche se dovessero essere numericamente inferiori a quanto previsto dai parametri utilizzati dal Ministro Lorenzin, ma disagio e, paradossalmente, pericolo.
Ciòè inaccettabile, pertanto non solo condivido la mobilitazione di amministratori, partorienti e cittadini contro il provvedimento di chiusura, ma sono pronto a dare il mio pieno sostegno, in ogni sede, istituzionale e non, per portare avanti vittoriosamente questa battaglia a
difesa di un diritto insopprimibile. L’applicazione “sic et simpliciter” del regolamento Balduzzi al nosocomio di Petralia appare beffarda per la comunità madonità e contraddittoria con gli obiettivi che si prefigge: la riorganizzazione e la sicurezza dei punti nascita.
Sono certo che occorra garantire la massima qualità del servizio sanitario, ma da medico, da politico e da cittadino sono altrettanto convinto che tale risultato non possa essere raggiunto ancorandosi e tenendo conto solamente di sterili dati statistici.

Salvo Lo Giudice (nella foto)