Da qualche giorno a Cefalù è scoppiata una polemica sul ruolo dell’informazione. Il Sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina (a sinistra nella foto) risponde al Direttore di CefaluNews Mario Macaluso (a destra nella foto) che, questa mattina, con un editoriale ha chiarito la sua posizione.

Stamattina, il solito dispensatore di sermoni ha scritto di una Città al bivio, che dovrà scegliere tra la “politica del comando e quella del servizio”.

Se la politica di servizio, cui si riferisce, si pone allo stesso livello di qualità della “informazione di servizio” che questo pseudo giornale ci propina, allora credo che i cittadini abbiano tutte le ragioni per essere diffidenti.
Un giornale deve essere al servizio della verità, e non di un disegno che nasce nella mente di una sola persona.

A chi parla di “padroni”, chiedo di dire di quanti collaboratori è formato questo famoso giornale, con quale comitato di redazione elabora ed organizza la linea editoriale, in quale forma si avvale del contributo dei lettori, avendo anche eliminato la possibilità di commentare gli articoli.

Per non parlare dell’aver inibito l’accesso agli amministratori ed ai consiglieri, come la possibilità di consultare l’archivio, per la evidente preoccupazione di essere colto in contraddizione.

Io non so di chi si sia posto al servizio chi, improvvidamente, parla di politica di servizio. Forse, semplicemente, del proprio egocentrismo o forse di qualcun altro. Lo scopriremo alla prossima campagna elettorale.

Io so di essere dal primo giorno del mandato al servizio della Città. Di quegli oltre tremila elettori che mi hanno votato e di quelli che non lo hanno fatto. Sono al loro servizio, svolgendo quotidianamente il mio compito, tra mille difficoltà, anche esercitando l’autorità, che è uno dei connotati propri della pubblica amministrazione.

Una autorità che si rimette nelle mani dei cittadini, i soli “padroni”, nel momento delle elezioni, che sono momento di confronto e giudizio.

Questa è la piccola differenza che passa tra chi ha il coraggio di sottomettersi al giudizio altrui e chi, da anni, si nasconde dietro ad una tastiera pensando di essere il detentore della verità.