“Siamo certi che a seguito dell’incontro di giovedì scorso con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al quale hanno preso parte numerosissimi  sindaci siciliani e durante il quale  sono state rappresentate le innumerevoli  gravissime criticità che gli amministratori dell’Isola affrontano quotidianamente, il Governo Nazionale abbia piena consapevolezza delle gravissime ricadute che l’attuale stato di cose ha sulla tenuta sociale e sull’ordine pubblico in Sicilia”, ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia.

“Riteniamo che, essendo da tempo entrata in vigore la normativa – nazionale – sull’armonizzazione contabile dei bilanci degli enti territoriali, siano chiare a tutti le ricadute che il prolungato stallo negli accordi finanziari tra Stato e Regione ha avuto e continua ad avere sulla possibilità di predisporre documenti contabili veritieri e garantire la gestione ordinaria dei comuni.

Siamo anche convinti di come vi sia piena consapevolezza su quale sia per i bilanci degli Enti Locali l’effettiva incidenza di una riduzione nei trasferimenti regionali di ben 230 milioni di euro.
Come è noto, circa il 90% delle risorse impegnate in un bilancio comunale di previsione sono destinate a spese obbligatorie: servono, infatti, al pagamento degli stipendi ai dipendenti, a sostenere i costi di gestione del servizio integrato dei rifiuti, al pagamento delle spese di energia elettrica e per altre spese obbligatorie. Se si è a conoscenza di tutto ciò, si comprende, per esempio, come l’impatto finanziario dei 230 milioni sia rilevantissimo sulla parte di bilancio che, attraverso servizi sociali, è destinata a lenire i drammatici effetti di una crisi economia che nel Mezzogiorno produce ancora pesantissime conseguenze sui cittadini”.

A ciò devono aggiungersi le pesanti incertezze sulla stessa possibilità di attingere ai 50 milioni destinati a spese di investimento e ai 115 milioni di fondi Pac che la legge di stabilità regionale destina espressamente anche al pagamento delle rate di ammortamento dei mutui degli enti locali.

I trasferimenti regionali, come la Corte dei Conti ha più volte evidenziato, rappresentano per i bilanci comunali risorse preziose ed indispensabili anche a causa della loro scarsa capacità fiscale. Tale dipendenza strutturale dalle risorse delle Regione risulta ancora più forte negli oltre 200 comuni di minore dimensione demografica, nei quali anche il pagamento degli stipendi ai lavoratori dipendenti è legato ad una tempestiva erogazione dei trasferimenti regionali”.

“Per i comuni in condizione di dissesto o di predissesto, – continua Orlando – il cui numero negli ultimi tempi è cresciuto in maniera esponenziale, bisogna considerare che anche una piccolissima riduzione delle risorse trasferite dalla Regione Siciliana può essere fatale rispetto alla possibilità di gestire le spese ordinarie o di rispettare i piani di rientro. Anche in questo caso, ci auguriamo che sia noto a tutti che l’impossibilità di rispettare i piani di rientro conduca inevitabilmente al dissesto finanziario dell’Ente.

Rispetto alla possibilità di garantire la proroga dei contratti dei lavoratori a tempo determinato l’effettiva erogazione dei 100 milioni di contributo regionale è, invece, la sola condizione dalla quale dipende la garanzia della continuità lavorativa. In questo caso, è bene ricordarlo, l’incidenza dei trasferimenti regionali è del 100%”.

“Siamo certi, infine, – conclude il presidente dell’Associazione dei Comuni siciliani – che vi sia piena consapevolezza su come l’insieme di questi elementi stia avendo in questi giorni e avrà, giorno dopo giorno, sempre più un impatto decisivo sulla credibilità delle istituzioni locali e nazionali, sulla tenuta sociale dei territori e sulla stessa incolumità degli amministratori locali”.