L’anno scorso la nuova sepoltura e la lapide realizzata assieme da Comune e Cgil Palermo. Quest’anno anche una foto é stata inserita sulla targa al cimitero di Caccamo per ricordare Filippo Intili, il segretario della Camera del Lavoro di Caccamo ucciso il 7 agosto del 1952 dalla mafia del paese, ancora molto forte, come dimostrano gli arresti del 31 maggio scorso. Oggi, durante la commemorazione che si é svolta al cimitero, dopo un silenzio che era durato 62 anni, il segretario Cgil Palermo Enzo Campo ha chiesto all’amministrazione comunale – era presente il sindaco Andrea Galbo – di dedicare a Intili una via o una piazza del paese. “Osiamo qui per commemorare Filippo Intili e per ricordare quanto fosse alto per lui il senso del valore del lavoro. Il filo conduttore del lavoro, dei diritti, della democrazia, della giustizia sociale, del lavoro come forma di emancipazione delle persone, ha legato tutti i nostri dirigenti sindacali uccisi – ha detto Campo – L’emblema di un’antimafia sociale non gridata, non ostentata. Oggi la Cgil ha presentato un’apposita proposta di legge che riscrive i diritti fondamentali del lavoro per tutte le tipologie lavorative e dove il lavoro é considerato la forma principale di emancipazione”. Anche quest’anno, come un anno fa, era presente da Pisa, dove da tempo si sono trasferiti i familiari di Intili, Filippo Campisi, uno dei nipoti. “Con emozione partecipo a questa semplice commemorazione in ricordo di mio nonno, che cercò di opporsi al terribile e crudele avversario della mafia – ha detto Campisi – Vi ringrazio per non avere voluto dimenticare la sua storia. La Sicilia e Caccamo devono esserne fieri. Fatene tesoro”. Per Dino Paternostro, responsabile Legalità per la Cgil, l’esercizio della memoria é importante soprattutto per le giovani generazioni: “Parlare della storia del movimento contadino e dei delitti di mafia dei dirigenti sindacali, molti dei quali rimasti impuniti perché i processi si sono conclusi con assoluzioni, consente recuperare alla memoria questa storia siciliana, che oggi i giovani non conoscono, come pezzo importante se non uno dei più belli della storia d’Italia”. All’organizzazione della cerimonia ha partecipato quest’anno anche la Filcams Cgil. “La memoria é fondamentale anche per riflettere sui corsi e ricorsi della storia – ha aggiunto il segretario Filcams Cgil Monja Caiolo – Filippo Intili era un contadino e si batteva per la corretta divisione del raccolto. Oggi nel commercio, come in agricoltura, tra sfruttamento e caporalato,mla nostra battaglia per i diritti e il rispetto della legalità continua”. La cerimonia si é conclusa con la benedizione di frate Giovanni Scaletta.