Coldiretti pronta allo scontro e a iniziative di protesta: “I coltivatori non riescono a coprire i costi, le aziende agricole chiudono
Il grano costa 14 euro al quintale, come nel 1986, ma il prezzo del pane – nel frattempo – è schizzato a 1.450 per cento in più. Facendo due conti, servono trenta chili di grano per arrivare a un chilo di pane. Possibile? No. E infatti Coldiretti Alessandria ha lanciato la ‘battaglia del grano’, per voce del presidente provinciale Roberto Paravidino. “Nonostante la buona annata, con qualità e rese maggiori del 2015, i prezzi spuntati dai produttori non coprono più i costi e portano alla chiusura delle aziende agricole”.
Non sono escluse forme di protesta, anche pesanti, come quelle relative alle quote latte. Alessandria è la capofila del malcontento perché, insieme a Bologna, è la zona dove si produce più grano tenero (pane e biscotti): 33 mila ettari, per due milioni di quintali prodotti nel 2016. A livello nazionale, siamo a 600 mila ettari per 30 milioni di quintali. Il grano duro, invece, vede le città del Sud davanti a tutti, con 1,3 milioni di ettari coltivati e 49 quintali di grano prodotti.
L’Italia, poi, importa 23 milioni di quintali di grano duro e 48 di quello tenero. Abbiamo raddoppiato gli arrivi dalla Turchia, si sono addirittura quadruplicati quelli dall’Ucraina. Esportiamo anche 1,7 miliardi di prodotti da forno. I prezzi pagati ai coltivatori, in tutto questo, sono crollati, del 26 per cento nell’ultimo periodo. “La globalizzazione è utile, ma qui ci confrontiamo con concorrenti che non hanno i nostri obblighi fiscali e soprattutto sanitari”. La richiesta è di fare maggiori controlli nei porti.
L’agricoltura reale rischia di affogare pure per colpa di chi specula, ossia stocca il grano finché le quotazioni non sono favorevoli per immetterlo sui mercati. Qui vengono chiamate in causa Adm (Usa), Cargill (Minneapolis), Louis Dreyfus (franco-statunitensi), Bunge Y Borne (Argentina) e Glencore (Svizzera).
“Noi chiediamo il rafforzamento dei controlli sul grano importato e l’etichettatura trasparente per i prodotti da forno, il pane e la pasta. Sono in troppi quelli che pensano di mangiare italiano perché vedono la bandiera tricolore e invece mettono nel piatto un prodotti arrivato da Kiev”.
Coldiretti non è sola nella battaglia. Pure Confagricoltura è pronta allo scontro. La Borsa Grani di Alessandria ha già bloccato le quotazioni: “E’ un segnale ai mercati sulla gravità della situazione. Così non si va avanti” spiega il presidente Luca Brondello di Brondelli.
Fonte Italyjournal