La prima notizia è che la struttura sanitaria “Giglio” alla quale fanno capo soprattutto le popolazioni di Cefalù, dei comuni delle basse Madonie e dei primi Nebrodi ha i conti finalmente in regola.
Ad annunciarlo ad una ventina di amministratori comunali è il presidente della Fondazione ospedaliera Giovanni Albano.
L’incontro – dice Albano – serve per presentare i componenti del consiglio di amministrazione (presenti 3 su 4) e fare il punto con i sindaci, alcuni dei quali incontrati a luglio, sulla fondamentale questione del mantenimento del livello assistenziale e delle prestazioni sanitarie offerte dall’ospedale Giglio di Cefalù.
Il passaggio fondamentale è: tenere presente da quale esperienza viene l’ospedale, la situazione attuale ed il suo futuro “quello che noi eravamo, quello che siamo adesso, quello che noi vorremmo essere”. L’ospedale di Cefalù era prima una fondazione a partecipazione mista, una sperimentazione nata nel 2003, dove c’era un socio privato che aveva – ricorda Albano – una delega quasi al cento per cento per la gestione tecnica e per la gestione strategica. “Questa sperimentazione – sottolinea Albano – è fallita. E’ stata comunque una esperienza – osserva – che ha portato in questo territorio un ospedale. Ed è un territorio che conosco bene in quanto dall’età di 30 anni vi ho svolto la professione di medico radiologo. Questa sperimentazione – considera Albano – ha dunque lasciato una bellissima struttura, delle competenze, una offerta qualificante ed ha servito migliaia di pazienti che altrimenti avrebbero dovuto ricorrere a cure esterne”.
Accanto a questi aspetti positivi “vorrei – dice Albano – rendere pubblici, cosa che non ho mai fino ad oggi fatto, che questa esperienza ci ha procurato anche tante criticità, problemi ed emergenze soprattutto di carattere finanziario perchè la precedente gestione è stata molto discutibile. Quando siamo arrivati – rivela il presidente – avevamo credibilità bancaria zero, un debito con le banche di quasi 20 milioni di euro”.
Questa situazione è perdurata anche nei 2 anni e mezzo di commissariamento. “Credibilità – continua Albano – con i fornitori zero che venivano pagati a 160 giorni. E allora la prima cosa che abbiamo affrontato è stata: riuscire a mettere in sicurezza l’azienda”.
Alcuni dati: il bilancio 2015 chiuso con un avanzo di 500 mila euro. I costi di produzione sono stati dimezzati da 12 milioni e mezzo di euro a 6 milioni.
E allora perchè le nuvole sul Giglio? Le preoccupazioni dentro e fuori l’ospedale?
Bisognerà attendere ulteriori puntate perchè la stampa è stata invitata dapprima ad “abbassare le antenne” e poi ad uscire dalla sala nella quale avveniva la riunione.
Carlo Antonio Biondo
Foto: il presidente della fondazione Giglio, Giovanni Albano