Riceviamo e pubblichiamo:

Il Meetup di Cefalù, dopo il banchetto della scorsa settimana ha organizzato una serie di incontri con la cittadinanza, scende anche oggi in piazza Garibaldi per illustrare alla cittadinanza i motivi per cui votare No al Referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.
La Costituzione del 1948 è il punto culminante della storia civile del nostro Paese. Essa è il frutto della Resistenza e dell’incontro delle tre culture che vi diedero vita: cattolica,liberale e social – comunista.
La Carta Fondamentale nasce dalla consapevolezza che in una democrazia solida le regole fondamentali devono essere condivise, non possono essere create o modificate a colpi di maggioranza. Un assunto fondamentale che è oggi dimenticato a tappe forzate l’attuale maggioranza, frutto di un’elezione basata su una legge dichiarata incostituzionale a gennaio 2014, sta apportando modifiche sostanziali alla Costituzione: questo
Parlamento non è legittimato a modificare l’intera Seconda parte della nostra Carta fondamentale. Si ridimensiona la centralità del Parlamento quale istituzione rappresentativa della sovranità popolare; si alterano le garanzie del bilanciamento dei poteri; si realizza una inusitata concentrazione di poteri nelle mani dell’Esecutivo con un contestuale soffocamento delle autonomie regionali e locali: si tratta di uno stravolgimento dei canoni della democrazia costituzionale.
Se è vero che spetta al Governo sollecitare e indirizzare il processo legislativo, ciò deve avvenire attraverso il confronto con un Parlamento autorevole, unico luogo direttamente rappresentativo del popolo italiano.
L’attività legislativa, nel nostro impianto costituzionale, deve avvenire nel luogo della rappresentanza di tutto l’elettorato, dove sono ascoltate anche le voci della minoranza e delle opposizioni.
Nell’attuale congiuntura politica, l’ascolto delle istanze altrui viene vissuto come fastidio e perdita di tempo: ciò forse rende più veloce il processo, ma non certo migliori le leggi.
La legge dovrebbe durare oltre lo spazio di una legislatura e dovrebbe comporre e tenere presenti gli interessi di tutti: soltanto attraverso un attento confronto tra le diverse parti sociali e politiche, nella sede naturale del Parlamento, la legge —meglio ponderata— diviene espressione della sovranità popolare. Una democrazia non si giudica dai poteri che attribuisce al governo, ma dalla tutela del pluralismo e dalla rilevanza data ai diritti sociali ed alla voce delle minoranze. Si pensi a un’estemporanea vittoria elettorale di partiti autoritari.
Abbiamo già vissuto anni difficili sotto il berlusconismo: per questo è veramente irresponsabile attribuire al prossimo governo poteri quasi illimitati.
E il Presidente del Consiglio, il Ministro Boschi, l’On. Morani, il PD e tutto il Governo, dunque, la smettano di mentire agli italiani dicendo che la riforma comporterà un risparmio di 500 milioni di euro l’anno se non, addirittura, di 1 miliardo. La smettano di continuare ad indurre in inganno i cittadini e ad abusare della loro buona fede, attraverso un irresponsabile uso delle loro cariche istituzionali.

Meetup di Cefalù