Lo strazio dei genitori e dei compagni di scuola che hanno letto le Letture liturgiche. Ad accogliere il feretro, il Corpo della Guardia di Finanza dove Giuseppe da grande voleva farne parte come il padre. Il dramma e la disperazione nei volti dei genitori, mentre il parroco parlava di quella breve vita troncata senza un perché… Il sogno di un giovane che da grande voleva seguire le orme del padre e che adesso non potrà più farlo perché la sua vita si é fermata tra i binari di un treno in corsa. Le esequie sono state celebrate a Cerda, ieri pomeriggio, nella Chiesa Madre Maria Santissima Immacolata. Ad officiare la messa Padre Antonino Cannizzaro, parroco di Cerda, insieme al cappellano della Guardia di Finanza, padre Francesco De Pasquale. Sulla bara ai piedi dell’altare un cuscino di fiori bianchi con la foto di Giuseppe. Ai lati delle navate la chiesa Madre era gremita all’inverosimile di studenti dell’Istituto tecnico nautico statale Gioeni di Palermo, dove Giuseppe Polizzi (nella foto) da tre anni giuseppe-polizzifrequentava. I compagni, con gli occhi pieni di lacrime e voce rauca hanno letto le Letture Liturgiche. Tra i banchi molti amici e conoscenti della famiglia ed il Sindaco, assieme al corpo della Guardia di Finanza, colleghi del padre di Giuseppe. Papà Francesco è un maresciallo della Guardia di Finanza mentre, la mamma Tommasa, un’insegnate. La famiglia, originaria di Cerda, si era infatti trasferita a Ficarazzi perché la madre è docente in uno degli istituti scolastici del paese. Giuseppe ha anche un fratello più piccolo, Marco che non si é staccato dal dolore composto dei genitori. “La morte -ha detto il parroco di Cerda durante l’omelia- non può essere vista come una punizione. Un ragazzo di 16 anni amabile, sociale e pieno di vita non avrebbe potuto far male a nessuno e, per questo la morte non é una punizione. Voi – ha continuato il prete rivolgendosi ai genitori- lo avete cresciuto fino a sedici anni ed ora sarà lui dal cielo a proteggervi. Non vi sentirete lontani perché la presenza di vostro figlio sarà sempre con voi”. La disperazione della famiglia, che ha seguito in lacrime il feretro, ha fatto da contraltare il dolore dei compagni di scuola e degli amici che hanno lasciato volar via in cielo dei candidi palloncini bianchi durante il corteo funebre all’uscita della chiesa. Giuseppe lo ricordano gli amici come un ragazzo tranquillo, gentile, lascia un vuoto incolmabile ai genitori e alla sua famiglia. Numerosissimi i messaggi su Facebook. Pare che il giovane sia stato travolto mentre ascoltava musica con le cuffiette ignaro della drammatica sorte che gli sarebbe toccata. Non sono mancati i messaggi di vicinanza ai genitori che sono stati colpiti da un dolore incolmabile. Vicinanza alla famiglia ha espresso il sindaco di Cerda, Giuseppe Ognibene, che parla di “una famiglia per bene, il nonno materno, il signor Mangano, grande lavoratore, una famiglia di cui nutro una grande stima e ammirazione. Da parte mia e dell’amministrazione comunale le più sentite condoglianze alla famiglia e vicinanza ai genitori che in questo momento vivono un dramma terribile. La comunità tutta è sconvolta. Giuseppe era un ragazzo molto amato e rispettato da tutti quelli che lo conoscevano”. Da ogni parte sono arrivate le condoglianze. La comunità cerdese è rimasta sconvolta quando è stata raggiunta dalla notizia. “Una giovane vita che non c’è più. Figlio adorabile di preziosi genitori. Amato e rispettato da tutti quelli che lo conoscevano”. Queste le parole dell’amministratore del gruppo Facebook Gli amici di Cerda, Giuseppe Scebba. Dopo la celebrazione della messa, il corteo funebre ha accompagnato il feretro di Giuseppe nel camposanto del paese per la tumulazione nella cappella della famiglia.

Francesca Giunta