Esce nel Piano finanziario regionale il riordino del comparto forestale. Evento a cui tanti lavoratori fanno riferimento e progetto che potrebbe cambiare le sorti del territorio se questo verrebbe realmente discusso , ma sopratutto attuato. L’obiettivo è quello di un nuovo sistema di gestione dettato dalla Legge Finanziaria 17 del marzo 2016 per attuare alcuni temi strategici  per le attività  economiche strutturali, affrontando in maniera organica e riformatrice i problemi del settore, valorizzando le produzioni e i servizi in ambito demaniale.

Una soluzione che possa essere efficiente , con una risorsa naturale e fonte di ricchezza per l’ambiente e per coloro che ne fanno parte, andando a migliorare i servizi con la creazione di una Agenzia regionale con compiti di gestione forestale boschiva. Questo è quello che contiene testo di una piano che deve essere valutato anche in ambito del personale che ha l’obbligo di mantenere e attuare tutto ciò che gli viene impartito da coloro che dovrebbe essere a guida di una cabina di regia che ad oggi non si riesce a trovare, o per meglio dire per coloro che abbiano le competenza in merito di redigere e impartire gli ordini.

Un punto a cui si lascia la singola immaginazione o concetto di veduta è quello  http://www.forestalinews.it/documento-sul-riordino-forestale-2017-2019/ – come pubblicato da Forestalinews il cui punto del testo cita: –  “discretizzazione della forza-lavoro, in funzione delle attività e delle disponibilità finanziarie della Regione, con una netta rivisitazione delle norme correlate al reclutamento”Proprio questo è il nodo cruciale per quanto riguarda l’aspetto lavorativo dei singoli operai Forestali che sono chiamati da sempre ad eseguire gli ordini impartiti e che fà capire che la situazione per tale forza lavorativa non è come ci si potrebbe aspettare cioè quella di rivedere il numero di persone incluse all’interno delle fasce di appartenenza con un “netto taglio”, e di essere sempre legati alle disponibilità dei fondi regionali !!

Manca l’Ok definitivo per essere attuata, ma il contesto non è accettabile dagli operai visto che si và ad impantanare ancor di più l’aspetto di sicurezza lavorativa dei singoli o di presunta stabilizzazione che migliorerebbe per tutti l’aspetto organizzativo e personale di tutto il comparto. Così facendo continua la precarietà di un settore a cui nessuno fà capo, lasciando ancor di più alla deriva i problemi che nessun politico riesce a giungere, ma certamente serpeggia sempre di più il fatto che, non si ha voglia di cambiare perchè tale situazione fà comodo ai sindacati e agli stessi politici.

Antonio David