Pensieri sulla “gentilezza”. È arrivata la neve il giorno della befana ad inbiancare i nostri monti, le nostre strade, i bambini direbbero un regalo di zucchero, nel guardare la magia dei fiocchi di neve che gentili accarezzavano l’aria giocando con forme leggere.
Il mio pensiero è andato alla gentilezza, mi piacerebbe se nel mondo se ne spruzzasse in giro un po’ di più, come un ingrediente importante che non può mancare nell’insalata della vita.
Parlare di gentilezza in un mondo dove fa da padrona la prepotenza e l’arroganza, dove l’umanità è sempre più competitiva e autoreferenziale, sembra piuttosto strano. Tutti pretendono senza chiedere per piacere, e senza pronunziare neanche un grazie.
Insegniamo ai nostri figli da troppo tempo che la vita è una giungla, in cui si deve lottare per sopravvivere e non soccombere, il più forte comanda ed ha la meglio! logica di memoria darwiniana.
Siamo propensi ad insegnare loro a difendersi piuttosto che educarli al fatto che siamo parte di un tutto che interagisce, ce lo ricordava Bateson in connessioni quando si domandava il legame tra una stella del cielo ed un’aragosta marina, visione ben diversa da quella darwiniana, se esistesse solo la legge del più forte vivremmo in un mondo arido di sentimenti.
Cos’è la gentilezza? Chi è la persona gentile? La gentilezza scrive il prof, Campione , psicologo è la capacità di “accorgersi” degli altri e tener conto dei loro bisogni, ascoltare ed accogliere la fragilità altrui. Gentilezza è apertura umana, ed anche pratica delle buone maniere.
La gentilezza ha tante sfumature di certo non è solo una forma di cortesia, ma un’atteggiamento profondo. La gentilezza nelle parole crea confidenza, nel pensiero, profondità.
Le persone gentili camminano con passo leggero, ascoltano con attenzione, la persona gentile lo è nei modi, nel tono della voce, nel suono delle parole.
La gentilezza comincia con le azioni quotidiane. La persona gentile è empatica, tollera le differenze.
Chi ha il dono della gentilezza sa che questa calma l’aggressività, placa la rabbia, è un lubrificante delle relazioni, è il sintomo di un buon equilibrio interiore, capacità di padroneggiare le proprie emozioni, espressione di intelligenza.
La gentilezza và riscoperta e praticata e come scriveva Guido Guinizzelli del dolce stil novo “ a cor gentile repara sempre amore”.
Il potere della gentilezza è rivoluzionario và dunque insegnata, poiché tra le tante cose che fa, riesce a far arrendere la rabbia se non altro per lo stupore di trovare davanti a sé, qualcuno che depone le armi invece di impugnarle. Chi è sicuro di sé non ha bisogno di urlare. La gentilezza in questi tempi “scortesi” è capace di cambiare spesso le cose e le persone.
Rivoluzionario è oggi insegnare il rispetto delle diversità, l’accoglienza, la ricerca della bellezza, rivoluzionario è insegnare l’onestà, il coraggio delle proprie idee, l’approfondimento contro la superficialità, la coerenza nella propria vita.
“la fragranza rimane in mano di chi porge la rosa”, diceva Gandhi il pensiero descrive bene il vantaggio indiretto che si accompagna a questa sensibilità.
La gentilezza pura può diventare contagiosa, eppure accade che all’interno della dimensione educativa e nella formazione dell’individuo non ha ancora la giusta considerazione.
Si parla troppo spesso di gentilezza solo in termini di buone maniere, trascurando il sentimento che lo accompagna.
A scuola si dovrebbe insegnare la gentilezza tra le abilità sociali da apprendere. Senza l’abilità della gentilezza le altre sono destinate ad appassire nel tempo.
Bisogna insegnare la gentilezza quale gesto spontaneo. Un bambino che si sente amato ed è sicuro di sé, svilupperà sicuramente una migliore capacità di essere gentile verso gli altri.
La gentilezza è un ponte, mette in relazione, ci fa uscire dai confini dell’io e dalla nostra soggettività.
Dobbiamo imparare a mettere semi nel cuore, educare alle buone maniere aiuta ad evitare che crescano bambini tiranni, ci sono materie che si imparano nel campo, la geometria delle anime, la geografia degli sguardi e se siamo fortunati scrive Bisotti diventiamo il libro di storia di qualcuno, meglio essere ricordati per profumo di gentilezza qualunque sia il libro che diventiamo.

Sabrina Miriana