Durante una lezione, un professore lanciò una sfida ai suoi alunni con la seguente domanda:”Dio esiste? E se ha creato tutto perchè ha creato il male? Un ragazzo si alzò e replico al suo professore, esiste l’oscurità? Il professore rispose “esiste” , no professore l’oscurità non esiste, l’oscurità è l’assenza della luce, la luce la possiamo studiare, l’oscurità no. Il male esiste? No, il male non esiste da se stesso, è l’assenza del bene, il male è l’assenza di Dio nel cuore degli uomini. Il giovane venne applaudito da tutti. Il rettore dell’università che era presente, si diresse verso lo studente e gli domando: “qual’è il tuo nome?”La risposta fu: “Mi chiamo Albert Einstein”.
Si è appena conclusa la settimana in cui si ricorda in tutto il mondo la tragicità della Shoah, eventi, spettacoli, fiaccolate per ricordare in ogni dove l’esperienza disumana vissuta da tanti omini, donne e bambini descritta magistralmente da Primo Levi nei versi della poesia “Se questo è un uomo”, versi in cui attraverso le parole si sente tutta la drammaticità del dolore universale che si piega dinnanzi a ciò che è stato consumato. Anche io ho partecipato come molti ad alcune manifestazioni in città, tra i tanti ho scelto la musica, la musica del Zajal Ensemble attraverso la voce di Alejandra Bertolino Garcia e i testi del prof.re Salvo Tessitore, all’interno dell’atrio di Palazzo delle Aquile di Palermo.
Il canto dice Tessitore, ha sempre accompagnato la vita dell’uomo tanto nei momenti di gioia, quanto in quelli del dolore, non abbiamo idea di quanta produzione canora sia stata creata durante il periodo della schoah.
Sembra strano, ma il canto ha accompagnato i giorni di molti uomini, mentre parlava, avrei voluto avere con me un registratore per custodire memoria di tutto quello che di bello diceva, ma io che sono molto antica con la tecnologia, ho cercato di imprimere nella memoria del cuore.
Ogni canto era preceduto da una presentazione del testo, il momento culminante è stato la ninna nanna, “Wiegala” cantata dai bambini che pensavano di andare a fare una semplice doccia, invece stavano entrando in una camera a gas, ad una donna che accompagnava i bambini fu detto: “cantate più che potete” l’aria entrerà prima nei polmoni morirete prima che la paura vi spaventi, quando scoppierà il delirio di chi si accorgerà che è li per morire. Mi scuso per l’imprecisione forse, con cui riferisco quanto ascoltato, ma in quel preciso momento ho sentito il sangue raggelarsi nelle vene, l’idea di un canto che accompagna la morte è stato atroce per lo più un canto di tanti bambini innocenti.
Mi è venuto spontaneo pensare alla scrittrice Hannah Arent e al suo libro “la banalità del male”, l’ho riletto la sera stessa divorandomelo in poche ore, l’analisi del concetto di male banale, l’idea sostenuta dalla scrittrice era che il male non era stato generato da un indole maligna, ma dall’inconsapevolezza di cosa significassero le proprie azioni, stupidità ed incapacità di pensare. Il male non ha radici è un fungo capace di diffondersi su una superficie ampia in poco tempo, se trova le condizioni ambientali propizie. Eichmann, il burocrate nazista, processato come l’emblemadei crimini di guerra, tutto era tranne che anormale, questo ci spaventa, un mostro avrebbe suscitato meno sgomento. Eichmann dichiarava che ciò che stava facendo era un lavoro, e che solo incidentalmente coincideva con un crimine, stava solo obbedendo a degli ordini.
È chiaro che partecipare ad omicidi di massa e torture non è normale, ma mostruoso. La Arent spiegò che occorreva fare un’attenta analisi sulla capacità di questi uomini di pensare e di giudicare il bene ed il male di ciò che si fa.
Il male procurato per banalità di pensiero urla nelle coscienze, nel mondo esiste ancora la violenza che si esprime in miliardi di forme, nessuno può rimanere indifferente alla tragicità di quello che accade sotto i nostri occhi, i migranti, i nuovi schiavi dell’era tecnologica, i milioni di focolai di guerre nel mondo, il male dentro le case di molti attraverso la violenza domestica,la mafia, la camorra, questo male cos’è? Forse, come diceva Einstein un’assenza di Dio, inteso come bene, coscienza nell’animo umano, ci siamo persi nell’oscurità.
Dobbiamo ritornare ad ascoltare quella realtà non tangibile che abita nel nostro cuore, riaccarezzare la bellezza che alberga nelle cose, nel rispetto della vita stessa che ci è stata donata. Dobbiamo insegnare un canto d’amore universale, quel coro di bambini non può rimanere inascoltato. Uomo dove stai andando? “Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che tornando a sera trovate cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace e che lotta per un pezzo di pane, considerate se questa è una donna vuoti gli occhi e freddo il grembo, vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore” .

di Sabrina Miriana