Ci avviciniamo alla settimana in cui si celebra ovunque l’amore, San Valentino è alle porte. Ma cosa sarà mai l’amore?. Immagini di cuori, baci, abbracci te li ritrovi ovunque. Ci si appresta a festeggiare in un giorno ciò che di più bello c’è al mondo, il sentimento più cercato e discusso, l’amore per l’appunto.
Cercare l’amore è l’impresa più importante della nostra vita, non è semplice, ma ne vale la pena, nonostante tutte le sue infinite sfaccettature. “Ditemi, vi prego la verità sull’amore “, scriveva Auden, cosa sia l’amore veramente forse nessuno può esprimerlo bene attraverso le parole,niente di più confuso e controverso inbattersi nella sua indicibilità. Poeti, scrittori e pittori, musicisti sono riusciti a farci sentire e vedere, tuttavia, con le loro opere, le varie luci ed ombre di questo sentimento universale, si perchè non c’è uomo che anche se in piccole dosi no ne abbia fatto esperienza.
Qui voglio parlarvi dell’amore che fa perdere la testa. L’amore scriveva Platone, nel Simposio è follia che ci abita. Lo stesso linguaggio che usiamo quando siamo innamorati è legato alla follia, “sono pazzo/a di te” “mi fai impazzire” ma che vorrà dire? Il professore Galimberti nel suo libro: “Le cose dell ‘amore” scrive sulla scia di quanto già detto da Platone, che in amore si intercetta la follia dell’altro, nel completo abbandono all’altro, ritroviamo paradossalmente noi stessi. L’amore si nutre di novità, mistero e pericolo, ha come nemici, il tempo, la quotidianità la familiarità. La follia è la dimora dell’amore, non ci si congiunge certo per il solo commercio dei piaceri carnali, quello prima o poi stancherebbe ma per la ricerca, desiderio, mancanza e per ottenere tutto ciò, siamo capaci di gesti “folli” di cose che mai prima, avremmo fatto. L’amore rivoluziona il nostro modo di essere, quante volte abbiamo sentito dire infatti : “è totalmente pazzo/a”, “fa cose che prima non faceva”.
L’amore riconfigura l’io, amare genera soggettività nuove, l’amore è maieutica pura, diceva Socrate.
Ebbene si, l’amore fa perdere il senno proprio come accade al nostro eroe Orlando, il paladino di Francia emblema della forza, astuzia, servo obbediente, uomo tutto di un pezzo, prima viene travolto da qualcosa a a cui non era abituato l’amore, “colui che vinse tutto e tutti fu sconfitto da amore”poi l’altro sentimento la gelosia. Niente di più originale ed attuale l’Orlando cantato da Ariosto, l’Orlando che tutto vince è esso stesso vinto da qualcosa a cui è poco avvezzo. Orlando scopre non solo un sentimento nuovo, ma anche la gelosia, non c’è niente di più pericoloso di un uomo che provi questo sentimento, le conseguenze possono essere nefaste, vedi l’esempio del femminicidio.
Orlando viene raccontato e guardato come l’emblema della fragilità umana, per questo ci è tanto caro, perchè dopo averne conosciuto i valori nelle sue gesta, scopriamo che poi non è così invincibile, come credevamo.
Orlando si spoglia delle sue armi, della sua stessa identità. Dunque ci troviamo ad osservare un uomo in una veste psicologica completamente diversa, un’ occasione per riflettere su come l’uomo divenga vittima delle passioni laddove non sa gestirle.
Orlando “non usato all’ amorose cose” si rivela essere un innamorato maldestro, goffo, timido, in preda alla gelosia perde qualunque riferimento a ciò che prima lo caratterizzava, perde tutti i valori, ruba il cavallo ad un contadino, distrugge ogni cosa si presenti al suo cospetto. Orlando diventa simile ad una belva, tutti piangono di dolore vedendolo essersi ridotto in quello stato, uomo irriconoscibile. Nel bene e nel male l’amore folle può trasformarci. Ciò che diventiamo, dipende dalla nostra psiche.
Orlando impazzisce appena scopre di essere tradito, rintraccia nella selva gli indizi della passione consumata attraverso i messaggi di Angelica e Medoro, incisi nelle cortecce degli alberi, il letto dove Angelica ha trascorso la notte con Medoro, un uomo che rispetto a lui è umile e senza ricchezze, la delusione appare doppia. Orlando tenta di pensare che ciò che vede non sia vero, che sia autoinganno, come farebbe qualunque mortale, ma ogni speranza si sgretola e cade in preda alla follia. Il dolore trasforma Orlando e nel dolore l’uomo si perde.
Un uomo innamorato è fragile, cerca l’amato/a come ricerca di quel frammento di cui si sente incompleto. Infondo scrive Andreoli, l’amore non è che l’incontro di due fragilità.
“Amore non è comprensione, condivisione, gentilezza, rispetto, passione che tocca l’anima o che contamina i corpi. Amore non è silenzio, domanda, risposta, suggello di fede eterna, lacerazione di intenzioni un tempo congiunte, tradimento di promesse mancate, naufragio di sogni svegliati. Amore è violazione dell’integrità degli individui, è toccare con mano i limiti dell’uomo”.
“Nella nostra epoca l’amore diventa indispensabile per la propria realizzazione come mai lo era stato prima, e al tempo stesso impossibile perché, nella relazione d’amore, ciò che si cerca non è l’altro, ma, attraverso l’altro, la realizzazione di sé”.(Galimberti)
Esempi in letteratura in cui l’ amore fa impazzire, sono tanti non meno importante la storia di Ofelia, vittima degli eventi.
L’amore ovviamente non è solo pazzia, intesa come perdita dei punti di riferimento, l’ amore è paziente in molte cose, generoso. L’amore è un cammino, non possesso, ma relazione.
L’amore pazzo a cui vorremmo dare più peso è quello che si orienta per migliorarsi e per migliorare , ma perchè ciò avvenga serve un’educazione ai sentimenti, un’educazione al rispetto prima di tutto della persona.
L’amore non è un sentimento da controllare e governare, ma qualcosa a cui ci si deve saper esporre, è arrivato per questo il tempo di prendere e dare lezioni d’amore, altrimenti costruiremo esistenze appoggiate a palafitte fragili dell’analfabetismo affettivo.
Arcinoto la frase del film “ti presento Joe Black: “voglio che tu abbia una felicità delirante, l’amore è passione, ossessione, trova qualcuno che ti ami e che tu ami, fare il viaggio senza essersi innamorati equivale a non vivere”. Innamoriamoci, questo è il motto, cerchiamo l’amore in qualunque forma, ma cerchiamolo, è un ebbrezza irrinunciabile. “Impara ad essere felice” ci suggerisce Crepet, non smettere mai di sorridere, forse qualcuno stà cercando il tuo sorriso da qualche parte, buon San Valentino, sii pazzo, ma non troppo.

Sabrina Miriana