Esiste un filo sottile che lega l’Amore e la seduzione. Un legame tra due persone è una continua ricerca di complicità seduttiva, l’eros e l’agapè devono sapersi intrecciare in un gioco di equilibrio, dove le due parti si compongono e scompongono come in un mosaico colorato. Si seduce e si è sedotti attraverso un’alchimia chimica, fatta di dinamiche mentali e corporee, sguardi, ammiccamenti, giochi psicologici, ai quali non sempre si riesce a dar testa, anzi spesso si perde la testa, finendo per essere soggiogati da questo gioco di potere. Chi seduce ha sempre un potere particolare, fosse solo il potere di uno sguardo o di un semplice sorriso.
Pensando alla seduzione, in questi giorni dedicati al San Valentino, fonte di tanta ispirazione, reduce dallo spettacolo tenuto a Palermo al Teatro AL Massimo, la Lupa di Verga, ho pensato proprio a lei. La lupa di Verga è una storia di seduzione fatta di desiderio della carne, che non conosce più nessuna morale.
La lupa , la sola anima viva che si vedeva errare per le campagne sui sassi infuocati e spaventare le donne perchè capace col solo sguardo di attirare l’attenzione dei loro mariti, una donna che porta scompigno in una comunità timorata di Dio, seduce con i suoi occhi neri colore del carbone, il seno prorompente e le labbra rosse e carnose. Seduce col suo modo di fare, desiderosa del suo oggetto di desiderio, non lo molla fin tanto che non ottiene ciò che desidera, circuisce il giovane uomo, tormentandolo con la sua presenza ingombrante, fatta di un corpo, non particolarmente bello, ma seducente per le sue movenze, la bellezza infatti non è mai solo nella forma soltanto, ma nei particolari che scatenano nell’altro qualcosa che “accende” .
La lupa di Verga, gna’ Pina, era alta, magra, pallida di un pallore che sapeva di malattia.
Non era mai sazia, sola come una cagnaccia, con quell’andare randaggio e sospettoso della lupa affamata. Era carica di una sensualità animalesca e conturbante, occhi diabolici di satanasso. Esclusa dalla comunità per il suo strano modo di fare, s’innamora di un giovane e pur di averlo, sovverte l’ordine di qualunque regola morale, lo fa sposare con la figlia, al fine di averlo vicino, e vivere nello stesso tetto, in un triangolo perfido che scatena gelosie, invidie tra due donne che anziché secondo natura essere alleate, diventano rivali, una madre ed una figlia.
I suoi sono sguardi sono capaci di far perdere l’anima ed il corpo. Sentiva ardere le carni sotto il fusstagno del corpetto, e provare la sete che si ha nelle ore calde di giugno. L’attrazione erotica diventa per il giovane Nanni, la vittima della seduzione, un’incantesimo infernale, la donna è sicura e dichiara: (tè voglio, tè che sei bello come il sole, dolce come il miele) , niente fermerà la donna-satanasso, benchè allontanata, torna a sedurre l’uomo, generando nell’animo umano tormenti che schiacceranno l’anima dell’uomo, che non può reggere al richiamo della coscienza, non si possono avere due donne contemporaneamente.Eppure accade, accade sovente che il richiamo dell’altro, sia dietro l’angolo, quante coppie conoscono il tormento del tradimento. Ma se si ama perchè si tradisce? Perchè il corpo e la mente cedono alla seduzione? Chi ama , dichiara con tono perentorio, che in amore nessuno tradisce, con la sicurezza, tuttavia di chi non ha provato il richiamo dell’incontro dell’altro, ma qui apriremmo una voraggine su cui buttare parole, per discquisire sull’argomento, di certo è che la tentazione è sempre dietro l’angolo, tenerla a bada è un’arte naturale di chi ha avuto la fortuna di fissare lo sguardo su degli occhi e vivere solo per quelli. Accanto alla donna lupo seduttrice di Verga, c’è un’altra donna lupo quella della scrittrice Clarissa Pinkola Estess, che descrive una lupa, seduttrice, anticonformista, ribelle sicura di sé, ma meno legata agli istitnti erotici. Una lupa che protegge le cose a lei care, con un fare in cui la parola d’ordine è il rispetto. Una lupa che vuole essere prima di tutto libera, che canta sulle sue ceneri per ritrovare prima se stessa e poi l’amore, come nella favola bellissima della “donna scheletro”, citata nello stesso libro della Estess “Donne che corrono con i lupi” dove grazie alle lacrime di un uomo, lei, la donna seduttrice, ormai scheletro, al battito del cuore- tamburo di lui, ritrova la gioia del corpo e dell’amore. Qui l’ attrazione non è solo fisica come nel caso della donna lupo, descritta dal Verga, ma la donna scheletro priva di qualunque tratto femminile vezzoso, che seduce col suo scheletro l’uomo attraverso l’immaginazione che di lei donna completa in carne ed ossa genera nel povero pescatore, che si è ritrovato tornando da una battuta di pesca tra le sue reti, non un grosso pesce, ma un cumulo di ossa , dalle sembianze di donna, e piuttosto che rigettarle in mare le tiene con sé, come se quel dono strano e macabro del mare a qualcosa dovessero comunque servire.
Si è sedotti non solo da ciò che si vede in carne ed ossa, ma anche in quello che pensiamo l’altro possa rappresentare.
L’altro è anche immaginazione di ciò che può essere e rappresentare per noi.
La donna presentata dalla Clarissa è una donna che ha dovuto coprire sotto le buone maniere, la sua parte istintuale, ha sopperito la seduzione del corpo con quello della mente, è una donna che ha faticato di più, per farsi accettare come “mente pensante” sotto l’abito spesso esce la coda, e la parte animalesca torna ad ululare.
Quale delle due donne sia più seducente non possiamo dirlo, di certo, sicuramente il binomio dell’uno e dell’altro creano uno stato incandescente, in chi ha il piacere di imbattersi in loro. Credo che le coppie che durano più a lungo sono proprio quelle che hanno ricevuto il dono della fiamma, solo se si è stati “accesi” dalla passione si può sopportare nel tempo tutto quello che nella vita si intromette affaticando il nostro cammino, incomprensioni, tradimenti, preoccupazioni. Se si è provato tuttavia quella scintilla, le ceneri spente prima o poi tornano a riaccendersi, è il miracolo dell’Amore con la A-maiuscola, l’amore che si innamora dell’amore, nonostante tutto resta!

L’idea stessa dell’amore è seducente proprio come ben scrive Dante nella frase “amor ch’a nulla amato amor perdona”. C’è un’intrinseca potenza seduttiva nell’idea dell’incontro per anime disposte a scoprirsi
Quando l’amore si nutre della seduzione reciproca dei due amanti, è la più bella esperienza che possa capitare, due persone innamorate hanno fame l’uno dell’altra e facendo l’amore si saziano. Chi non si è mai lasciato attraversare dall’eros, ha rinunciato alla parte più profonda di se stesso. La discesa nel regno misterioso del kaos è una tappa del processo di individuazione, richiede la capacità ed il rischio di sapersi perdere. Come scrisse qualcuno, solo perdendoci, spesso siamo capaci di ritrovarci. L’amore è il più bel miracolo che si possa vedere splendere sotto il sole, buon San Valentino a tutti gli innamorati dell’amore!

Sabrina Miriana