“Professore Fiandaca, la nostra conferenza stampa è stata e resta, principalmente, una denuncia politica e morale nei confronti di un Governo Regionale assente sul tema dei diritti dei detenuti. Dopo una vacatio di tre anni, durante la gestione Crocetta, la Sua nomina a garante per i diritti dei detenuti aveva fatto ben sperare, ma evidentemente Lei, troppo impegnato in altre importanti faccende, non ha trovato il tempo di visitare neanche un detenuto e di scoprire, ad esempio (al di là delle frasi di maniera e dei luoghi comuni citati nella sua replica sulla situazione carceraria in Sicilia), se al carcere di Pagliarelli di Palermo i detenuti possono fare la doccia con l’acqua calda oppure no.
Lei sostiene che lo stato delle carceri siciliane sia nella media nazionale: forse sarebbe il caso di spiegarlo ai 350 detenuti che dal 1’ febbraio sono in sciopero della fame al carcere di Pagliarelli!
Abbiamo, altresì, stigmatizzato il modus operandi del Presidente della Regione di non rispondere alle interrogazioni e alle interpellanze dei Parlamentari in genere e a questa in particolare, dopo ben cinque mesi. Lei lo difende. Ne prendiamo atto. D’altronde la sua è una nomina politica e Lei, più volte impegnato in competizioni elettorali, è uomo di parte.
Anche per questo (la sua difesa tout court) sostiene che il Presidente della Regione non ha competenze sulle carceri siciliane: si tratta, in questo caso, di una contraddizione in termini, posto che è il Governatore medesimo a nominare il Garante.
Abbiamo, ancora, evidenziato la condizione di disagio legata in Sicilia alla chiusura degli OPG e alla insufficienza delle strutture alternative (REMS) di Naso e Caltagirone, recentemente aperte e non sufficienti al fabbisogno. Ma da Lei su questo non una parola.
Del resto, non sappiamo se essere lieti per i segni della Sua gratitudine – all’inizio della Sua replica – o dispiaciuti per la Sua accusa di avere utilizzato un’enfasi eccessiva. Di una cosa siamo certi: avere evocato la ricerca di visibilità da parte nostra in una vicenda così grave e dolorosa è un “inciampo istituzionale” o, forse, una vera e propria caduta di stile.
Abbiamo parlato di stimolo nei Suoi confronti, consapevoli del periodo relativamente breve trascorso dall’inizio del Suo impegno di garante; probabilmente Lei ha frainteso.
Caro Professore, non sia mai che il “grillismo” imperante possa travolgere anche Lei. Con stima”. Lo affermano gli onorevoli Toto Cordaro, presidente del gruppo parlamentare Cantiere Popolare, e Pino Apprendi, del partito democratico.