Tutto avrei immaginato fuorchè scrivere di un mio ex assessore e di Carmelo in particolare.
Ma sento che devo farlo per una corretta informazione da dare al mio Paese.
Ho improntato il mio appassionato compito di amministratore contando, fin dall’inizio, sul coraggio e l’onestà mia e dei miei collaboratori.
Durante il mio difficile e tormentato percorso, vuoi principalmente per i tagli ai trasferimenti e quindi le scarse risorse finanziarie, vuoi per il disagio sociale degli ultimi anni, ho potuto verificare che l’ordinario e il normale impegno non erano più sufficienti. Occorreva, pertanto, un supplemento di energie e di idee che il tradizionale modo di fare politica non poteva più garantire.
Si potrebbe dire che occorreva una marcia in più, un nuovo approccio alla macchina comunale e alla gestione delle Istituzioni e dei progetti.
Il linguaggio tradizionale e la presenza fisica soltanto in termini spazio-temporali, quasi venivano prepotentemente superati dalle contingenze dell’immediato e dalla sempre maggiore richiesta di risposte.
Svolgere il ruolo di Assessore quasi quale dopo lavoro ferroviario non era assolutamente sufficiente e allo stesso tempo attuale.
In questa diversa filosofia di amministrare la Cosa Pubblica, il divario che allontanava il mio modo di agire da quello del mio ex assessore, appariva ogni giorno di più come un sorta di ostacolo nella conduzione di un ragionamento su qualsivoglia argomento da trattare e da risolvere.
Scelte da operare, anche su ovvietà amministrative ci trovavano, spesso, in contrasto per i modi, ma principalmente per i tempi.
Ma il rispetto per l’uomo era troppo grande per spingermi ad adottare soluzioni estreme, tanto che mi ero rassegnato ad una responsabile convivenza per tutto il tempo della consiliatura.
Ma ora il punto più doloroso e paradossale!
Mentre io, assieme ai colleghi della Giunta e del Consiglio Comunale, andavamo avanti responsabilmente e coerentemente al mandato elettorale ricevuto dai nostri Cittadini, l’ex assessore, ritenendo il suo modus operandi inoppugnabile (sic!), cominciava a lavorare per formare un nuovo raggruppamento politico, dove magari Ri-collocarsi ancora una volta ed operare secondo lo schema di cui abbiamo già abbondantemente parlato.
In politica queste contraddizioni possono essere perdonate ad un principiante, ma non certamente ad uno che come candidamente ha ammesso fa politica dal 1975 (quando io andavo in prima elementare).
Ma non basta, c’è ancora di più e peggio!
Avevo avuto sentore, avevamo avuto sentore di questo doppismo, praticato ormai da diversi mesi, ma speravamo che prima o poi venisse spazzato via dal buon senso e dalla coerenza.
Io e i colleghi della Giunta siamo stati ingenui e ci siamo illusi.
L’ex assessore Carmelo Mazzola non solo non ha smesso di giocare con due palle (non dimentichiamo che nel passato è stato un abile giocatore ), ma ha contagiato un altro collega della Giunta, che al contrario di lui ormai lento e superato è apparso ben presto ambizioso e accelerato. Si potrebbe dire un soggetto folgorato dalla politica, pronto a dare tutto se stesso per il Paese e per la sua Comunità, come probabilmente molti di voi si saranno accorti in questi quasi cinque anni.
Ma di questa vicenda dell’Assessore D’Anna al momento preferisco non occuparmene, perché per me ancor più dolorosa, anche se mi consola l’idea che la stessa cosa successe a Giulio Cesare duemila anni fa.
Come si può ben intuire già si respirava dunque un’aria ormai pesante e irrespirabile, che richiedeva da parte nostra, ogni giorno che passava, un supplemento di pazienza e di energia, che cominciavano a venire meno, ecco perché alla fine ho scelto di revocare la delega all’Assessore Mazzola.

Poi il colpo di scena:
il mio ex assessore Mazzola pur avendo ricevuto la determina di revoca dall’incarico, presenta ugualmente la lettera di dimissioni dopo essere stato dimissionato dal sottoscritto, cosa che non capita di vedere facilmente, dichiarando che si sarebbe dimesso a Dicembre 2017 (magari un altro semestre pensava di tirarselo anche dopo le elezioni) e questa è la parte comica della lettera, invece la parte triste è quando prova a darsi un alibi, tirando in ballo l’assegnazione dei lotti dell’area artigianale. Situazione che voglio rammentare, da Presidente della Commissione, ruolo da me assegnatogli per la mia nota incompatibilità, avrebbe dovuto affrontare e risolvere in modo responsabile, serio, scrupoloso e rispettoso delle norme e pertanto una volta accortosi di queste evidenti discrasie tra il bando e il regolamento le avrebbe dovute portare all’attenzione della Giunta e probabilmente del Consiglio Comunale o almeno della Conferenza dei Capigruppo, senza aspettare il mio intervento. Invece, come è sua abitudine ha scelto di parlarne in piazza o al bar, come se fosse un argomento da caffè, senza tener conto che invece l’argomento investiva importanti realtà produttive del nostro paese.
E veniamo al punto chiedendo all’ex Assessore Mazzola:

1) come spiega la divergenza tra il regolamento consiliare, l’avviso pubblico ed il comportamento della Commissione da lei presieduta, dato che l’art. 8 del Regolamento consiliare prevede che “alla scelta dell’area o del capannone da assegnare a ciascuna ditta inserita in graduatoria provvede la Giunta Comunale con proprio atto deliberativo” e non certamente la Commissione da lei presieduta.

2) Come spiega la divergenza della sua espressione di assegnazione opposta a quella del suo dirigente architetto Mercurio, Responsabile del Settore Urbanistica e redattore del Regolamento.

3) Come sono state superate le criticità relative al comma 2 dell’articolo 8 che recita: “Nel caso in cui la disponibilità dei lotti da assegnare, in base anche alle richieste di accorpamento dei lotti o dei capannoni, non è sufficiente a soddisfare tutte le richieste utilmente inserite in graduatoria, la Giunta Comunale può proporre l’assegnazione di lotti non accorpati …”.

4) Com’è che soltanto lei, fra i componenti della Commissione, e non i tecnici del Comune, abbia potuto intendere il mio intervento di richiesta di chiarezza “un intervento a gamba tesa”, ovvero un’incursione di lesa maestà, piuttosto che un doveroso richiamo al rigore delle regole e della buona pratica amministrativa .

I cittadini hanno già avuto modo di giudicare l’operato mio e quello suo in fatto di coerenza, competenza e perché no di lealtà.
A me il rammarico di avere cercato la collaborazione e di avere deposto la fiducia in un uomo che mi ha costretto a compiere un gesto che pensavo di non dover compiere durante la mia sindacatura, ovvero quello estremo della sfiducia che, per un politico di lungo corso quale è il mio ex assessore, rappresenta una sconfitta politica amara e dolorosa.

Nonostante tutto sono dispiaciuto e mi piace ricordare di Carmelo alcuni momenti belli, che pure ci sono stati, passati insieme ed in buona compagnia.
IL SINDACO Dr. Antonio TUMMINELLO