Tornare presso la Sala Scarlatti del conservatorio Vincenzo Bellini, dopo tanti anni , è stata una bella e gradevole emozione. Passo spesso dal quell’ edifico che amo, perchè sento i muri suonare e cantare, trapela la gioia e la fatica di quanti vi sono entrati con la pssione per la musica ed il desiderio di uscirne professionisti preparati e pronti a solcare palchi e confrontarsi col pubblico.
La gioia che si prova è particolare per chi ama la musica e non solo.
Sabato 18 febbraio, presso la sala Scarlatti del Conservatorio di Palermo , si è svolta una serata all’insegna della musica e della sperimentazione artistica dal titolo Capriccio Napoletano. Ad aprire i lavori è stata la professoressa Marzia Manno, che ha esordito, presentandosi con un’aria innocente, delicata, di una donna che sembra non avere perso la freschezza non solo degli anni ma la gioia e il piacere di ciò che fa, insegnare musica, e e al contempo soddisfatta di quanto era riuscita a realizzare. Esordisce dicendo che dal suo iniziale amore per la musica, in particolare per lo strumento il pianoforte, ha sentito una sorta di sana invidia per tutti gli altri strumentisti che per il tipo di strumento da loro suonato si prestavano meglio a vivere momenti di condivisione musicale, cosa che per chi suona il pianoforte non è sempre cosi facile da realizzare se non per contesti d’orchestra, cosi dichiara di avere deciso di documentarsi meglio su internet e di avere trovato il lavoro del prof Talmelli, presidente della società italiana di musica contemporanea,autore del Capriccio Napoletano, brano di esecuzione a più mani sullo stesso strumento, che è stato eseguito a fine concerto dall’intera classe dell’insegnante, e prima della serata dagli allievi del conservatorio A. Majella di Napoli. Il concerto spiega la professoressa, nasce dalla convinzione che al pari di qualsiasi altra tipologia di strumentisti anche per i pianisti è possibile realizzare un bel gruppo di soli pianisti, in grado di suonare con altrettanti colleghi dello stesso strumento. Sono stati eseguiti brani a più mani nello stesso pianoforte, suscitando nello spettatore curiosità ed interesse, per la novità e per la difficoltà di esecuzione contemporanea dello stesso brano nello stesso pianoforte da più mani. Con particolare piacere è stato gradevole, riascoltare la “Passacaglia”, eseguita da Dalila Virga e Marzia Manno, tra un brano e l’altro sono stati lette delle riflessioni sul valore della pausa, in musica, quel respiro importante che dona valore all’ascolto, come nella vita momento importante per la riflessione e ricerca di sè. La bravura artistica dei ragazzi che si sono esibiti, pur non essendo un’addetta ai lavori era evidente, l’emozione contenuta dei ragazzi pur giovanissimi, denota una preparazione seria e attenta, l’idea che passava era di avere davanti, davvero dei piccoli grandi professionisti, gli applausi infatti calorosi non sono certo mancati. Avrei voluto riascoltare le poesie sulla “pausa” arrivavano come carezze all’udito del pubblico e sarebbe certamente bello se si potessero pubblicare e rendere note ad un pubblico più vasto.
Il momento culminante è stato l’esecuzione del capriccio napoletano per due pianoforti a 24 mani, un momento anche teatrale, scenico, dove niente è stato lasciato al caso, direi perchè l’intera classe non solo ha suonato insieme due pianoforti, ma ha messo in scena il valore della condivisione e la sua alta valenza espressiva, un risultato eccellente degno di uno splendido percorso. Insegnare musica lasciando trapelare tanta energia è il risultato più alto che si possa desiderare per chi insegna, che dire viva la musica a più mani, mai più soli lo slogan a cui penso da ieri.

Sabrina Miriana