Una sincope la causa del decesso. Il giovane aveva avvistato una tana di cernie.
“Ricorda sempre che qualcuno ti sta aspettando a casa”. Questa era da sempre la frase di Ivan Bova, prima di immergersi per una battuta di pesca. Lo diceva sempre ai colleghi sub che come lui amavano questo sport ed uscivano a largo a pesca di Cernie. “Ragazzi mi raccomando attenzione senza essere superficiali perché a casa ci aspetta sempre qualcuno”. Questa frase è stata ricordata in un post su Facebook dagli amici di sempre del giovane sub.
Ivan Bova, di 37 anni, nato e residente a Termini Imerese, si era immerso nel tardo pomeriggio di martedì, ma non è mai tornato a riva. I sommozzatori dei Vigili del Fuoco hanno immediatamente iniziato le ricerche.
Nella mattina di mercoledì è stata trovata l’imbarcazione con la quale il giovane era uscito a largo dalla costa. A chiamare i soccorsi i familiari che non hanno visto rientrare Ivan a casa. Le ricerche sono proseguite senza sosta per tutta la notte fino al pomeriggio di mercoledì alle ore 15:30 quando è arrivata la notizia del recupero del cadavere. Sembrerebbe che il giovane aveva avvistato una tana di cernie ma, forse avrebbe perso troppo tempo in apnea dunque, avrebbe avuto qualche difficoltà nel riemerge. Poi, sarebbe stato raggiunto dalla mancanza di ossigeno e sarebbe così, sopraggiunta la sincope.
Le ricerche sono state coordinate dal Reparto Operativo della Direzione Marittima di Palermo che ha impiegato nelle operazioni di ricerca tre motovedette dipendenti, un elicottero della Guardia Costiera ed il Gruppo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Palermo. Sul posto anche la motovedetta della Capitaneria di Porto di Termini Imerese. La salma è stata portata da una motovedetta fino al porto di Termini Imerese. A recuperare il corpo di Ivan Bova sono stati i Sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Palermo. I sommozzatori lo hanno recuperato in fondo al mare (a venti metri di profondità) ad un miglio dalla costa di Trabia proprio nei pressi dell’imbarcazione con cui il sub era uscito in mare.
Ivan Bova, 37 anni era un’esporto sub che amava il mare. Era arrivato nella zona a bordo di una piccola imbarcazione di sua proprietà e si era immerso. Poi, non si è saputo più nulla per circa 15 ore da quando è stato ritrovato. Ivan Bova gestiva il frantoi di famiglia ed era molto conosciuto a Termini Imerese. Amava il suo lavoro e il mare. Scendeva giù in apnea.
Pare che a causare la morte sia stato un malore.
Durante l’immersione in apnea i
sub sfruttano l’ossigeno presente nei polmoni e nel sangue, durante la permanenza subacquea l’ossigeno diminuisce ed aumenta l’anidride carbonica prodotta dal corpo.
Sarà proprio il graduale accumularsi di anidride carbonica nel sangue a stimolare le contrazioni diaframmatiche che vanno considerate dai sub come utilissimo campanello d’allarme. Infatti il corpo umano non tollera tassi troppo elevati di anidride carbonica e viceversa troppo bassi di ossigeno. Si genera così la sincope anossica con conseguente perdita di coscienza. Questa condizione in acqua per Ivan è stata fatale. Questa sembrerebbe la causa del decesso. Adesso spetterà al medico legale cercare di capire cosa sia realmente successo.

Sul posto l’inviata Marzia Genovese