Scacco matto, il re ha vinto ancora. Forse era scontato, forse prevedibile, i siciliani non amano il cambiamento, è quando nell’aria c’è troppa idea di cambiamento è perchè in realtà non cambierà nulla. Gattopardo docet, con le splendide pagine di Tomasi di Lampedusa.
Si è conclusa la campagna elettorale più agguerrita degli ultimi anni, combattuta a colpi di apericene, abbracci, incontri in ogni pirtuso della città, su palchi nelle grandi piazze, sontuosi palazzi, sopra cassette di birra, tra la gente di ogni estrazione sociale e culturale.
La gente ha sentito questa campagna elettorale snodarsi in tutte le sue sfaccettature, non si è discusso di altro da mesi, fino a giungere ad un verdetto forse già troppo scontato, sebbene gli avversari di Orlando non fossero meno interessanti, parlo del giovane Ferrandelli in particolare, il movimento 5 stelle etc.
Il popolo sempre sovrano, un popolo pecora, un popolo lupo o popolo coniglio? Non lo sappiamo, visto e considerato che la gente sembra avere sempre di più mille facce, mille teste, e come i diavoli della Zisa, che pur contandoli appaiono sempre di numero diverso, cosi le scelte dei palermitani.
Cosa sia la democrazia, forse in pochi lo sanno, come in pochi sanno scendere in campo senza sbandierare promesse e attivare meccanismi fatti di alleanze e logiche di legame che sanno solo di competizione selvaggia. Sei candidati per una città, direi troppi, il rischio di dispersioni voto altissime se gli ideali di ognuno fossero stati davvero forti, invece i giochi erano già fatti nelle aspettative di molti.
Il sindaco uscente, ora riconfermato, al di là di tante polemiche cose ne ha fatte, i fatti parlano, sebbene ci sia davvero tanto da fare ancora e non solo per abbellire la città, mi consenta signor sindaco, ma per renderla vivibile, umana.
Orlando nome da paladino non poteva non vincere, dove lo ritroviamo un’altro paladino che con il suo operare ha lanciato la capitale della cultura?.
L’operato dei cinque anni di Orlando è indiscutibile, tanti importanti risultati raggiunti, uomo carismatico e con capacità di dialettica e dialogo, hanno reso l’uomo forte agli occhi della gente, è chiaro che molte cose non vanno, ma per molte occorrerebbe un vero e proprio secolo di educazione civica, di cui il popolo palermitano è spesso carente. Popolo, capace di tenere il proprio angolino di vita un gioiello e a due passi conviverere con la sporcizia come se nulla fosse, sente come normali logiche di amicizia clientelare che non riescono a debbellarsi.
La nuova amministrazione ha molto da lavorare, nuove coalizioni speriamo non vacillino e siano orientate a dare continuità ad opere buone già avviate, augurandoci che non lavorino sempre e soltanto le stesse cooperative. Che il festino di Santa Rosalia non diventi la carta da presentare per intontire i palermitani con cose strane da vedere e si usino i soldi in maniera intelligente. Emerge da tempo una grande priorità, Palermo ha bisogno di servizi sociali, di assistenza a coloro che vivono nel disagio, urge che gli assistenti sociali tornino ad essere in maniera più incisiva nel territorio, occorrono azioni non di assistenza, ma di supporto, serve che si straccino i manuali e si ricominci a capire come muoversi in un territorio difficile, dove contano poco le parole, servono i fatti, non basta pittare i muri per rendere civili alcuni quartieri.
Urge un’azione sinergica per le imprese, stanno morendo molte, attenzione all’artigianato e alle piccole realtà imprenditoriali.
I giovani hanno bisogno di spazi per loro, che fine hanno fatto tutti i centri aggregativi nati con la legge 285? Le periferie signor sindaco non dimentichiamole, bellissime realtà umane e relazionali si muovono senza troppe foto da mostrare, ma tanto bene fanno.
Non facciamo scappare le nostre eccellenze, tanti bravi professionisti ci sono che sanno ben svolgere il proprio lavoro. Impiantiamo tavoli tecnici di concertazione su problematiche rilevanti, mettiamo le persone giuste al posto giusto, sono stanca, siamo stanchi signor sindaco, consiglieri di vedere giochi d’artificio in cielo e munnizza fisica e morale negli angoli della nostra vita palermitana.