Nell’ambito del procedimento penale scaturito ad esito delle indagini condotte dalla Compagnia Carabinieri di Partinico (PA), il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Palermo applicava la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di F.r.v., ritenuta responsabile di reiterati maltrattamenti e lesioni gravi nei confronti delle figlie minori rispettivamente di anni 2,5 circa e mesi 17 circa.
Il pool fasce deboli della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo richiedeva al G.I.P. l’applicazione del provvedimento cautelare nei confronti dell’indagata sulla base degli elementi di reità a carico della stessa rilevati anche grazie al contenuto delle testimonianze rese da numerose persone informate sui fatti, che assistevano a diversi episodi di violenza – sia fisica che psicologica –nei confronti delle bambine “in arco temporale significativo ben più ampio del mese di giugno 2017”.
Le attività di indagine scaturivano a seguito del ricovero il 15/06/2017 della più grande delle sorelle – F. J, di 2 anni e mezzo – presso il pronto soccorso dell’ospedale di Partinico (PA) per un trauma facciale e la “frattura scomposta” di entrambi i polsi.
Ad accompagnare la bambina presso il pronto soccorso era la nonna, la quale, come successivamente accertato, ospitava abitualmente per periodi di circa 20 gg al mese la nipote presso la propria abitazione nel comune di Balestrate.
Secondo la versione fornita dalla donna sulla base di quanto comunicato dalla madre della bambina, quest’ultima si sarebbe procurata i traumi al viso ed ai polsi rovinando al suolo a seguito di una caduta accidentale mentre era intenta a giocare nel cortile dell’abitazione dove conviveva con la madre ed i familiari del compagno (sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari) in un quartiere popolare del comune partinicese.
La successiva attività di escussione testimoniale permetteva di rilevare elementi utili a documentare episodi di violenza commessi dall’indagata nei confronti della figlia, evidenziando in particolar modo come la donna avesse deliberatamente deciso di non portare la bambina in ospedale perché timorosa delle possibili iniziative che le Autorità avrebbero potuto prendere dopo aver constato lo stato di salute complessivo in cui versava la stessa.
Ulteriore episodio avveniva nel pomeriggio di domenica 26/06/2017, quando F.s. – l’altra sorella di 17 mesi – veniva ricoverata d’urgenza sempre presso il pronto soccorso dell’ospedale di Partinico (PA) a seguito di plurime lesioni al capo – tra le quali fratture all’arcata dentale, tumefazioni, escoriazioni multiple – e morsi in svariate parti del corpo.
La bambina veniva trasferita d’urgenza presso l’ospedale “DI CRISTINA” in Palermo, dove veniva sottoposta ad esami specialistici, nonché ad accertamenti medico legali che ne evidenziavano – oltre ai traumi sopra descritti – le “condizioni igienico-sanitarie scadenti”, analogamente a quanto documentato nei confronti della sorella più grande.
Anche in tale occasione, a richiedere il soccorso dei sanitari non era la madre della bambina, bensì un altro componente del nucleo familiare “di fatto” domiciliato presso l’abitazione dove l’indagata viveva con le figlie, il compagno ed i parenti di quest’ultimo.
La ricostruzione di quanto accaduto la sera precedente al giorno del ricovero permetteva di documentare come la madre della bambina abbia percosso reiteratamente la figlia, facendo si che la stessa impattasse violentemente con il viso sul pavimento, nonché contro alcuni infissi dell’appartamento in maniera tale da cagionarle le significative lesioni successivamente refertate dai sanitari.
Delle due bambine, la più piccola si trova ancora ricoverata presso l’ospedale “DI CRISTINA” di Palermo dove personale medico registra un progressivo miglioramento delle sue condizioni di salute; la più grande è stata affidata temporaneamente alla nonna, in attesa delle valutazioni dell’Autorità Giudiziaria.