U largu è strittu” esordisce la padrona di casa Sara Cappello, accogliendo con affetto e premura i numerosi ospiti accorsi ad ascoltare ed applaudire ancora una volta nello spazio teatro “Cantunera”al centro storico di Palermo, i “cantastorie moderni” che non vogliono fare perdere la storia di una delle figure più importanti della tradizione e narrazione orale, quella del cantastorie per l’appunto che ha origini antichissime e che ritrova in Omero una delle figure più interessanti e significative.
Un’ora di intrattenimento organizzato con attenzione, che ha visto susseguirsi nel palcoscenico cantastorie provenienti da più parti della Sicilia e della Calabria di un calibro artistico non indifferente, affrontando canti e cunti che hanno ricordato Colapesce e la sua magica storia, la cantautrice Rosa ballisteri a cui tutti hanno fatto un’omaggio musicale di canto- cunto e tanto altro ancora.
Le storie non vogliono essere dimenticate, e per poterle ascoltare abbiamo bisogno di uomini e donne che si vestono d’amore e ci raccontino con la voce e col suono quello che vuol essere narrato, storie d’amore, di battaglie, di sconfitte, storie di denuncia sociale, magia, affabulazione. Le nostre orecchie e le nostre anime sentono ancora il bisogno di sentire voci vicine che affascinino le anime, che le scuotano, e non soltanto voci lontane di una televisione che spesso finisce per essere un trasmettitore freddo di notizie.
Lodevole il lavoro di Sara Cappello, che si propone alle direzioni didattiche con laboratori , orientati ad avvicinare i bambini al mondo del cunto e alla costruzione di marionette.
Come da titolo della serata, scelto con grande dolcezza da Sara Cappello, la padrona di casa, si è respirato davvero profumo di gelsomino inebriante e sentito lo scirocco, quel vento caldo che non lascia indifferenti nessuno.
L’associazione Cantastorie, stà lavorando intensamente per garantire conoscenza e continuità, gli assessorati al turismo e alla cultura hanno mostrato interesse per l’iniziativa che vede la forza di tanti talenti che non vogliono far morire un pezzo importante della tradizione.
Si riconfermano coinvolgenti i cantastorie , Fulvio Cama e Mel Vizzi per la scelta del repertorio proposto, interessante novità Alessandro Nicolosi di Paternò, che ha intrattenuto il pubblico con un cunto divertente, raccontato tutto dun fiato carico di valenza morale che come vento di scirocco per rimanere in tema ha solleticato vivacemente la mente dello spettatore.
Un plauso all’iniziativa e che l’Unesco grazie al lavoro di questi artisti , riconosca presto questa figura come patrimonio importante da tutelare e salvare dall’oblio.