Sofferenza univoca in tutti i cantieri forestali siciliani, dove le varie problematiche locali lasciano il posto alla notizia, almeno in parte, di avere avuto la continuità lavorativa delle giornate senza interruzioni. Situazione quest’anno che si diversifica dagli altri anni e che giustamente,bisogna mettere in atto nonostante non manchi cosa dire o cosa obiettare. Dalle prossime elezioni regionali, ci si attende tanto, ma nello stesso contesto in tanti sanno che può non cambiare niente quindi, la si vive come una normalità politica di successione al trono politico, senza patemi d’animo. Divergenze e discrepanze in un settore che da sempre è stato metto sul patibolo e che ora a voce, in tanti cercano di relazionarla, in un futuro che potrebbe anche non essere diverso dall’attuale. La riforma de settore rimane l’obiettivo costruttivo per un lavoro che deve andare avanti, visti i numeri della forza lavoro, e soprattutto per portare avanti un’aspetto ambientale impensabile nel trascurarlo.
Ultimamente a voce di Cracolici e Musumeci, abbiamo potuto costatare che la realtà forestale è quella che tutti stiamo vivendo e cioè che, se l’assessore “rivendica” e porta avanti il fatto di dare merito al suo governo nel fatto che i lavoratori hanno avuto “la fortuna” di essere stati avviati tutti nello stesso periodo e hanno avuto le garanzie delle giornate nel 2016 e nel 2017, è altrettanto possibile che potrebbe cambiare qualcosa con il nuovo leader e probabile successore “al trono”, Nello Musumeci. Parole chiare quelle affermate dal candidato alla presidenza( in vantaggio ad oggi rispetto a Cancelleri nei sondaggi regionali), sulla difficile stabilizzazione degli operai, ma altrettanto vero che, come lui stesso afferma, si deve tentare di far lavorare i Forestali tutto il periodo dell’anno in ambiti diversi. Certo capire la differenza delle due ipotesi sarebbe opportuno relazionarlo, visto che i due termini si bilanciano ad occhio del lavoratore, ma può diversificarsi in ambito di rivalutazione delle somme e dell’impiego diverso della disoccupazione agricola da riconvertire in giornate lavorative, ma su questo deve pronunciarsi il governo nazionale e l’Istituto di previdenza.
Essere impiegati oltre il demanio forestale è un punto di partenza reale per il territorio, ma l’attesa sarà vissuta ancora con l’acqua alla gola per tante famiglie di lavoratori che dal voto possono capire e valutare anche le idee del M5S che anch’esso vuole mettere a regime alcune situazioni di fatto, ma in tanti lavoratori non convince le diverse posizioni che hanno assunto in ottica forestale. Se si sono identificati nel fatto si essere l’alternativa ai partiti di destra o sinistra, diverse sono stati i programmi dettati ai lavoratori ma, su tutto questo bisogna tenere conto principalmente che il forestale ha bisogno di lavorare non con 78 o 101giornate l’anno, ma con una serenità d’animo che si addice a tutti, e su questo lo devo capire i partiti di destra,sinista e centro !