Più si avvicina il 5 Novembre e più il popolo forestale tenta di capire quale scelta possa portare il comparto ad un livello superiore che tutti sperano. con una situazione che giorno dopo giorno tenta di essere chiara e concisa in punti strategici che in tanti hanno sbandierato , ma pochi hanno messo in pole position: Griglia di partenza che da sondaggi, vede Musumeci ai nastri di partenza, tallonato da un Cancelleri , che insidia un trono politico a cui i Forestali, possono essere gli artefici nel far pendere l’ago della bilancia da una parte e dall’altra.
Oltre a questi due rappresentanti , si lotta su un terzo fronte, e cioè quello dell’astensionismo o non voto, ove interloquendo giornalmente con vari addetti ai lavori, l’incertezza di non presentarsi in cabina elettorale rimane sempre in primo piano. Analizzando il lato promesse e meno certezze, ci si aspettava un passo diverso dal nuovo che avanza, quel M5S che a voce di tanti doveva cambiare le sorti dei singoli lavoratori con un passo diverso che purtroppo, non è uscita dalla bocca di Cancelleri, nonostante i propositi di mantenere l’attuale posizione lavorativa invariata, magari con un probabile (?) scatto di fascia per tutti. D’altro canto una parte di lavoratori crede tutt’ora che si possa cambiare con i grillini e in tanti si sono schierati apertamente nel dire che voteranno M5S alle prossime regionali.
L’altra parte , cioè Musumeci, ha apertamente dettato le linee guida da tempo per il settore, ed è stato sempre accanto ai lavoratori, così come alcuni rappresentanti della coalizione, ma certamente questo, non basta nel pensare, che tutto possa essere messo nero su bianco. Continuità lavorativa, può bastare per rimodulare il tutto e resettare nel migliore dei modi uno stallo di precarietà che dura da diverso tempo, ma bisogna sempre capire la differenza tra il lavorare per 12 mesi l’anno o essere stabilizzati !. Lavoratori divisi, anche in un momento in cui si dovrebbe far quadrato ed essere uniti nell’intento ma, già gli schieramenti lasciano il tavolo aperto e ognuno vaga da un commento all’altro, tenendo sempre alto il non voto.
Sindacati divisi per i loro scopi e intenti, tra inciuci e singole promesse da portare avanti, con amicizie e “cecchinaggio” mediatico, che resta sempre l’ago portante del problema forestale. Liberi di essere e di pensare quindi, e visto che non tutti la pensano allo stesso modo nemmeno per il bene comune, è altrettanto giusto che ognuno sia libero di dire la sua , nel bene e nel male anche a proprie spese !