Quanto una persona è disposta a fare per ottenere ciò che vuole? Il film “ the place” di Paolo Genovese, uscito nelle sale cinematografiche il 9 novembre è uno spaccato molto reale di quello che accade attorno a noi e dentro di noi.
Esiste un posto dove puoi realizzare i tuoi desideri, questo posto è la volontà individuale che si indirizza autonomamente verso il raggiungimento di un obiettivo o la ricerca di qualcuno a cui affidiamo i nostri pensieri ed emozioni finendo spesso per esserne manipolati e vittime, in questo caso la fiducia che riponiamo può avere costi altissimi, quando finiamo per non essere più esseri pensanti.
Un intreccio di storie di gente che si rivolge ad un uomo che riceve i suoi pseudo clienti, in un bar “the place”, nel film non si delinea bene la figura, non sappiamo se sia un mago , un santone, un guru, si presenta come un uomo nel complesso uguale a tanti altri, che si confonde dunque con la gente, è proprio per questo tremendamente pericoloso. Chi lo osserva dall’esterno ne ha un’immagine di uomo accogliente, dedito all’ascolto, in realtà è un uomo che gioca con la vita degli altri lasciando intendere che comunque sono sempre essi stessi gli artefici delle loro azioni, possono sempre e comunque decidere di fare o non fare alcune cose, lasciando il libero arbitrio sempre e comunque alla persona.
È un uomo che ascolta i desideri e i problemi della gente che a lui si rivolge per motivi differenti, problemi di salute di un familiare, voglia di trovare la gioia con il proprio compagno di vita, l’uomo che vuole riconciliarsi col proprio figlio, la ragazza che non accetta il suo aspetto e desidera diventare più bella, la donna di fede che non sente più Dio e che vuole ritrovarlo, essendo disposta a fare qualcosa che metterebbe in crisi il suo credo e fede.
Le storie dei personaggi si intrecciano, nessuno esce totalmente illeso dalle prove che affronta, lasciando il messaggio che qualunque cosa si faccia anche se apparentemente sembra indotta da altri è assolutamente il risultato di un bisogno personale di sperimentarsi, la capacità di un uomo di andare oltre il proprio essere è davvero incredibile.
In più momenti la morale o meglio la crisi di coscienza morale fa da protagonista, le classi sociali interessate sono tutte, dal professionista al semplice meccanico, nessuno escluso. Il film è uno spaccato forte sull’anima dell’uomo e i suoi dilemmi morali . Una tra le frasi significative del film è detta da una donna che dopo varie crisi sul portare avanti o meno il compito assegnatole per riottenere in dietro la salute del marito (costruire una bomba ed uccidere) dice: “io avrò ottenuto, ciò che desidero, ma non sarò più la stessa, guarderò mio marito che sarà guarito, ma io sarò un mostro” . The place è un film che può piacere come non può piacere, si svolge tutto dentro uno stesso ambiente come già lo era stato per il film di grande successo “perfetti sconosciuti” dove lo spettatore rimaneva inchiodato per un’ora circa su dinamiche troppo vicine a noi , the place , ha una potenza espressiva non immediata come quella del film perfetti sconosciuti, arriva lentamente e quando arriva ti fa capire quanto vero sia tutto quello che in esso si racconta, buona visione, con l’augurio che ciascuno di noi resti un essere pensante e non si lasci manipolare mai da nessuno.