Rifiuti dentro o rifiuti fuori. Questo è il grande dilemma di Musumeci,dei Comuni e dei siciliani in genere, ove in linea di massima quando c’è da racimolare soldi, questi sono sempre i più tartassati nel rispondere presente, nonostante ormai le vicissitudini giornalieri portano soltanto all’esasperazione totale nella varie famiglie. La questione regionale sta prendendo atto della realizzazione di impianti di compostaggio, in quanto lo smaltimento all’estero rimane un grosso problema economico da affrontare con 100 milioni circa preventivati , mentre portarli in discarica ne costerebbe 70.

Da questo sistema ballano 30 milioni che graveranno sulle tasse  che pagheranno i siciliani nei loro comuni , quindi a carico dell’ultimo elemento della catena… Il governo regionale prevede la creazione di 10 impianti di smaltimento su territorio siciliano per tentare di limare o risolvere in tempi adeguati il problema venutosi a creare dopo anni di negligenza,di sofferenza e sottovalutazione del sistema a lungo raggio.  Dal Dipartimento dell’Energia e dei Rifiuti hanno pronto il bando europeo per lo smaltimento e le norme comunitarie obbligano, in questi casi, ad una evidenza pubblica che riguardi tutti gli stati membri. Dunque il bando andrà nella Gazzetta ufficiale comunitaria e lo promuoverà la Regione che, però, non pagherà un euro. Spese che debbono essere trovate internamente o tramite il governo nazionale ma, se la questione non rientra in certi sistemi e canali giusti, il rischio di arrivare alla soluzione detta sopra rimane più che plausibile, in aggiunta ai fattori del bando da incanalare, lavori su Bellolampo da ampliare e. impianti da iniziare….

Decisione che sarà valutata la prossima settimana  integrata a quella di valutare la fattibilità dei poteri speciali che Musumeci ha invocato a Gentiloni, con l’aggravante  della crisi idrica, fattore dominante dell’ultimo periodo e della mancanza di piogge che stanno limitando l’erogazione a fase alterne o addirittura ciclica.