Quel rosso prepotente che inneggia San Valentina, si mischia ormai troppo spesso col rosso sangue delle vite di donne spezzate da quella mano violenta che niente ha d’amore, ma solo espressione di cattiveria, disprezzo, voglia di possedere a tutti i costi. Volere possedere corpo e mente di qualcuno non ha niente di amore, ma è solo pura follia che si maschera con la gelosia, morbosità. Sembra strano potere parlare ancora d’amore quando le cronache continuano a farci vedere immagini di donne che muoiono ogni giorno, picchiate o uccise dai loro compagni, bambini che assistono inermi a scene tremende, ed ancora violenza nelle relazioni sociali, violenza verso chi è diverso, violenza verso tutto, anche quando parliamo non ce ne rendiamo conto, ma siamo spesso violenti. Un panorama che ci lascia inermi, pietrificati e che ci sollecita ancora una volta a riflettere sul senso di questa piccola parola “amore” che come diceva Dante muove il mondo, non deve fermarlo. San Valentino ancora una volta arriva col suo carico di dolcezza fatta di cioccolata, ma a noi non serve ne la cioccolata , ne i falsi abbracci a noi serve la cosa più tenera che ci possa essere la dolcezza della presenza, uno sguardo complice d’affetto, la certezza di non essere soli nonostante le difficoltà. Di coriandoli finti, di ipocrisia non vogliamo essere coperti non ce ne facciamo nulla, di apparenza che si nutre di veleno non vogliamo saperne. Ha senso parlare ancora d’amore? Deve averne altrimenti non avremmo più davvero motivo di esistere come specie e come essere umani, l’amore è stato sempre osannato da pittori, cantautori, poeti. Straordinari i versi di Alda Merini che cosi scrive parlando dell”amore e degli amanti in generale: “l’amore è arte e voi siete i capolavori, fate l’amore niente sesso, solo l’amore con baci lenti sulla bocca, sul collo, la pancia, la schiena. Morsi sulle labbra, le mani intrecciate e occhi dentro occhi, corpi incastrati e anime in collisione, carezze sui graffi , baci sulle debolezze.” In questi versi la poetessa “pazza” ha espresso la delicatezza dell’amore, il pittore Klimt nel suo più famoso lavoro “il bacio” per l’appunto continua in questa espressione di dolcezza, i due corpi dell’uomo e della donna sospesi in una realtà onirica si fondono in un ‘abbraccio dove energica è la presa di lui verso lei e di lei si evidenzia l’abbandono all’altro senza paura. È un trionfo dell’eros, il pittore coglie in maniera magistrale il momento dell’attimo fuggente di compenetrazione più profonda tra un uomo e una donna, certamente più profonda dell’attimo sessuale in se stesso. Baciamoci almeno a San Valentino, baciamoci sempre, niente di più bello che l’incontro di due anime. Dobbiamo rimettere in gioco meccanismi di rieducazione ai sentimenti, ne stiamo perdendo il significato, la troppa violenza che ci circonda non ci dà più il senso del valore delle relazioni, questo è tremendamente preoccupante, non possiamo rimanere insensibili a tutto ciò. Amore a trecento sessanta gradi, si và festeggiato assolutamente, con un fiore, con una carezza, un sorriso, una visita ad una persona in difficoltà, gesti carichi di buona volontà per non lasciare che nulla si consideri scontato o banale.