I Fenici apprezzavano le carni del coniglio, tanto che chiamarono la Spagna “Terra dei Conigli” (i-shepan-im, da cui il nome poi latinizzato in Hispania).
Il condimento principale era l’olio e il sesamo; per dolcificare si usava il miele, che era usato anche come medicinale.
Furono i fenici a portare l’uso dell’olio di oliva in Spagna.
Degustare una fetta di pane (tipico del luogo e di antica origine e tradizione) con dell’olio extravergine di oliva (tipico del luogo e di antica origine e tradizione) serve a capire meglio l’uso degli antichi frantoi fenici e greci, che sono così simili ai frantoi che fino a una decina di anni fa trasformavano le verdi olive in verde liquido ricco di benefici per l’uomo.
Per i dolci veniva usata la frutta mangiata anche fresca.
Le più antiche preparazioni con l’uso della giuggiola, un frutto di colore scarlatto, dalla forma di oliva con polpa molto inebriante, risalgono a Egizi e Fenici.
Fra le bevande molto diffusa era la birra che, presumibilmente, comparve per la prima volta in Mesopotamia e poi divenne di uso comune in tutta l’Asia Minore e in Egitto, terre ricche di orzo e grano, necessario alla sua preparazione.
Accanto alla birra era ovunque bevuto anche il vino:a quei tempi largamente consumato nel Mediterraneo Orientale, dove se ne produceva di buona qualità.
L’uva, sin dall’antichità simbolo di piacere e di vita gaudente, è arrivata in Europa portata dai Fenici che l’hanno introdotta per la prima volta in Francia nel 600 a.C. E’ quindi arrivata in Italia grazie ai Romani che ne hanno apprezzato il valore, sia come frutto che sotto forma di vino.

Un menù composto da preparazioni fenicie potrebbe essere il seguente:
Puls punica
Spaghetti alla bottarga
Coniglio alle erbe

PULS PUNICA
Tra le ricette giunte fino a noi, una delle più note è quella trasmessaci da Catone nel suo De agricoltura.

Far macerare in acqua 400 g di alica (un tipo di grano molto tenero in uso nell’antichità’) e metterli in uno stampo ben pulito con 1,200 Kg di formaggio fresco, 200 g di miele (lo zucchero non era ancora conosciuto) e un uovo. Si mescola bene tutto e si fa cuocere questo composto in una pentola.

CONIGLIO ALLE ERBETTE
Preparate un trito finissimo con tre foglie di salvia e due rametti di rosmarino.
Preparate il soffritto con il suddetto trito, uno spicchio di aglio, due foglie di alloro e lasciate che gli odori sfrigolino bene nel burro.
Aggiungete i pezzi (non troppo grandi) di mezzo coniglio e fateli rosolare da ambo i lati.
Aggiungete i cubetti di pancetta, fateli diventare trasparenti.
Quando è diventata trasparente (senza seccarla) aggiungete mezzo boccale di birra leggera chiara e fatela sfumare a fuoco vivo.
Poi incoperchiate la pentola e a fuoco basso fate cuocere per una mezz’oretta.
Quando la carne e diventata tenera e ben rosolata, aggiungete il succo di mezzo limone e fatelo consumare