A casa tutti bene?” la riscoperta della fragilità.

La nostra società ci insegna ad essere forti e a nascondere la debolezza, non far trapelare la paura, ma la fragilità sana è la cosa più umana che possa esserci e prima ce ne rendiamo conto prima impareremo a vivere meglio la nostra vita. Pascal diceva :”l’uomo non è che una canna , la più fragile di tutta la natura, ma è una canna pensante, questo ci rende umani e straordinarie creature dell’universo”.
Il concetto di fragilità oggi è al centro di molti dibatittiti orientati a comprenderne l’essenza. E’ espressione di delicatezza, sensibilità. Chi è fragile ha la coscienza del limite delle certezze apparenti, della caducità dell’esistenza. La fragilità consente la corretta misura di se stessi e della propria “finitezza” in questo la riscoperta del valore più importante che si possa avere, l’umiltà. L’umiltà impedisce il delirio di onnipotenza e ci rende più attenti alla nostra esistenza.
Un uomo che riconosce il senso del suo limite, saprà relazionarsi con gli altri con un’atteggiamento di ascolto ed accoglienza, cercherà la collaborazione e non lo scontro.
Tante fragilità ci passano accanto, ciascuno nasconde una vita segreta , riconoscerle ci aiuterà a sfuggire al deserto dell’indifferenza e dell’egoismo.
Abbiamo bisogno di riscoprire alcuni valori, senza i quali finiremo per essere soltanto delle maschere alla ricerca continua di momenti di ribalta.
Dobbiamo imparare ad attenzionare la fragilità e riconoscerne non solo la dimensione di negatività dunque, ma tutto quel mondo di buono che in esso c’è.
Il film nelle sale cinematografiche “ A casa tutti bene” di Muccino riscoscuote grande successo anche grazie all’attenzione che il regista ha voluto dare alla fragilità umana intrisa nelle storie di vita dei suoi personaggi, in cui il pubblico si riconosce inevitabilmente. Al di là dell’apparenza ognuno porta con se dimensioni di vita nascoste che emergono e che ci fanno rivedere poi in tutta la nostra nudità, quella che è la nostra vera essenza, fatta di imperfezioni, dubbi, disarmonie, che in molti casi generano il sentimento della tenerezza.
Muccino nel suo film racconta la storia di una famiglia che si ritrova tutta in occasione di una lieta ricorrenza, tutto procede bene finchè sono soltanto poche le ore che trascorrono insieme fatte di sorrisi e discorsi di circostanza, ma quando il mal tempo impedisce, ritrovandosi in un’isola di ripartire, sono costretti a svestirsi degli abiti d’occasione, quelli dell ‘apparenza e cominciano a venire fuori tutte le verità nascoste. I personaggi cominciano a sgretolarsi ad uno ad uno e quelli che sembravano figure intoccabili, si colorano di altri colori e si riscopre la loro umanità.
“ A casa tutti bene?” E’ davvero la domanda di rito che tutti facciamo, apparentemente diciamo che tutto procede bene, in realtà , qual’è la verità? La conoscono solo i protagonisti.
La verità è quella che cerchiamo tutti i giorni di non fare trapelare per paura di essere giudicati, il giudizio degli altri ci annienta e costruiamo per compiacere gli altri, palazzi di pezza della nostra personalità inesistenti.
Nel film il regista è riuscito bene a far vedere le inquietitudini i conflitti all’interno della famiglia , non come porto sicuro, ma oceano in tempesta, l’ipocrisia si nasconde dietro larghi sorrisi, tutti tentano di far vedere di sé di vivere una vita felice che non vivono. Una provocazione alla ricerca dell’autenticità e alla libertà di essere quello che vogliamo e “possiamo” essere.