Inaugurata a Palermo nell’antica piazza Sant’Euno, il Magione arts district, inserito nel calendario ufficiale di Palermo capitale italiana della cultura 2018, si tratta di un progetto per uno spazio culturale polivalente temporaneo, dedicato a diversi linguaggi artistici. Mostre inaugurali Luciano Ventrone con “ the gene garden” e Marta Czok con “Metropolis” e la riflessione sull’identità sociale degli uomini nell’era moderna. I lavori della Czok sono dipinti che raffigurano prevalentemente case aperte dove si respira la vita di ciò che al suo interno accade, lasciando favorevolmente stupito lo spettatore visivo, in particolare con un lavoro che sembra ispirarsi alla fabbrica del sorriso, uomini tristi da un lato affollano la scena, ed un uomo collegato ad una strega che ormeggia una porzione magica inserisce sorrisi e illumina i visi, come sarebbe bello se ciò accadesse anche nella vita reale, avremmo tutti bisogno di una fabbrica del sorriso. La pittrice analizza la società moderna di se stessa scrive ““Tutto quello che sono è nei miei dipinti quindi non sento il bisogno di apparire o parlare come un’«artista». Immagino che sotto sotto sono una rivoluzionaria e la mia battaglia è contro il ridicolo abuso di potere, che sia per mano dello Stato o della Chiesa, ed è tutto nei miei dipinti, anche se a volte lo inserisco in un modo delicato, cauto.” Luciano Ventrone, invece, pittore figurativo, nato a Roma nel 1942 , è uno di quegli artisti che sono ancora capaci di stupirci nel vero senso della parola. Considerato da alcuni come il Caravaggio moderno , è un’artista sui generis, fiori e frutti sono i soggetti maggiormente da lui indagati con una perfezione ed un virtuosismo riconosciuto come unico anche da Vittorio Sgarbi che ha curato delle sue mostre. Ventrone fotografa la realtà, perfezionandola, non si limita a riprodurla, lo spettatore non immagina di trovarsi dinnanzi ad una pittura ma ad una fotografia, rimamendo stupito quando scopre ciò. L’artista usa tecniche vecchie e le ha trasportate nella nostra epoca, la gessatura della tela e l’uso dell’olio sulla tela . I suoi lavori straordinari sono una fotografia esatta del mondo e dei suoi particolari, che lasciano in uno stato di stupore lo spettatore che si domanda come ciò sia possibile, come sia possibile che la pittura diventi cosi reale, come accadeva nei dipinti di Caravaggio. In una vecchia intervista rilasciata alla rai, Ventrone racconta di avere iniziato a dipingere piccolissimo e che uno dei segreti della sua pittura e la conoscenza magistrale dei colori e della loro potenza espressiva ben combinata con i giochi di luce, l’artista ha molto da insegnare con la sua tecnica. Ci ricorda nei suoi lavori che la natura ha una grandissima fantasia , soffermarci nei suoi lavori è davvero un privileggio, che ci viene offerto in questi mesi fino al 30 ottobre, dunque invitiamo in occasione di Manifesta chi volesse, di andare a vedere questi capolavori.