Teatro antico in scena a Bagheria con l’imperdibile “TROIANE” testi e regia di Rosamaria Spena, libero adattamento da Ecuba e Troiane di Euripide, celebre drammaturgo greco; direzione del Coro e assistente alla regia Enrica Volponi Spena, scene e costumi Casa Teatro. Ad ospitare l’evento, patrocinato dal Comune di Bagheria, Villa Cutò venerdì 20 luglio alle ore 21, con ingresso gratuito. Il 4° saggio spettacolo di Casa Teatro ha come protagonisti gli allievi, dai 18 ai 35 anni, del Corso Oltre il Sipario Avanzato che danno vita al tema della guerra, attraverso straordinarie e indimenticabili figure della mitologia greca. Presenti anche alcune allieve dei corsi Oltre il sipario e Gioca Teatrando. “La scrittura scenica unisce, spiega la regista Rosamaria Spena, nel personaggio di Ecuba i “quadri” presentati da Euripide nell’ultimo atto della disfatta di Troia, dando consequenzialità alle dinamiche che concretizzano i motivi e i rapporti tra i diversi personaggi. Rapporti e motivi esaltati scenicamente dall’azione del coro di donne troiane, vera forza narrante dei sentimenti e delle emozioni che di volta in volta irrompono in scena.” Quello delle Troiane è un mondo in cui indistintamente soffrono sia vincitori che vinti. Quando Euripide scrive le “Troiane”, la guerra del Peloponneso era nel momento culminante del suo corso e della sua violenza, la grandezza di Atene si avviava alla fine, decisiva fu la crisi di un’ intera cultura i cui principi e valori avevano trovato fondamento nelle storie e nel culto degli Dei. Obbedire alle divinità significava infatti seguire la giustizia e rappresentava la speranza di essere felice. “Euripide scarnifica, critica quest’ordine arcaico, aggiunge la regista, attua il rovesciamento dei canoni classici. Per la prima volta un drammaturgo antico evidenzia, nello scontro tra razionalità e sentimenti, l’importanza dei sentimenti e le loro ragioni contro le ragioni intellettuali, soprannaturali e storiche. L’uomo è il responsabile del suo agire”. La condanna euripidea è nelle motivazioni che spingono al conflitto, alla guerra devastante, alla crudeltà; con dissacrante lucidità l’autore mostra di questi tutta la loro inconsistenza: la vendetta personale, l’onore, la fama, il denaro, una donna…. tutti effimeri accidenti umani. “Le donne prigioniere di guerra, conclude Rosamaria Spena, che superstiti allo scempio della loro terra e dei loro uomini, attendono di conoscere il loro destino, consapevoli di un futuro drammatico e miserabile, rappresentano il risultato di ogni guerra, di tutti i conflitti sanguinosi della storia dell’uomo; Ecuba, Andromaca, Polissena, perfino l’inquietante Cassandra e la “colpevole” Elena, sono emblemi non solo di femminilità umiliate e deprivate di ogni diritto alla vita, ma specialmente raffigurazioni chiarissime di violenze imperialistiche di tutti i tempi, anche dei nostri”.

Daniela Cutrò