Giuseppe Dino, 29 anni, è un giovane petralese doc, ingegnere energetico, laureato a Palermo poi trasferitosi a Ferrara per lavorare come assegnista di ricerca presso l’Università, oggi lavora per un’azienda in provincia di Verona ma torna molto spesso nel suo paese natale a Petralia Sottana.

Al suo lavoro ufficiale affianca la passione per la recitazione teatrale e cinematografica: ha recitato nei due film prodotti dalla Miterra VideoLab: “U juornu avanti” (che trattava proprio il tema dell’emigrazione) e il nuovissimo” Le Stelle non hanno padroni” che uscirà nelle sale nei primi di novembre.

“Abito a Ferrara ma VIVO a Petralia”, dichiara lui stesso, che tende a sottolineare la differenza sostanziale fra l’atto passivo fisico dell’ abitare e quello attivo del vivere un territorio anche a distanza; nonostante ciò apprezza molto Ferrara, la sua qualità di vita e la sua dimensione a misura d’uomo (inoltre ha ritrovato il teatro anche in terra estense frequentando un laboratorio teatrale presso il Centro Teatro Universitario). Ispirandosi agli scritti di Paolo Rumiz dice: “Penso che la provincia sia il cuore pulsante dell’Italia, il ventre vitale che dona ancora vita alla fantasia e all’originalità territoriale italiana, elementi che hanno carattere di unicità ed esclusività culturale a livello internazionale. La mia generazione sta portando a compimento, più o meno consapevolmente, l’azione di omologazione culturale, annullamento delle diversità territoriali e perdita della memoria iniziata dopo il boom economico. D’altronde i fatti ci dimostrano che temiamo la diversità più di ogni altra cosa al mondo. I giovani rifiutano sempre di più il territorio e i piccoli centri, la soluzione è semplice: ammassiamo i nostri 70 milioni di abitanti in 7 vivibilissime città da 10 milioni!!!”. Così alla fine del brevissimo periodo di agosto trascorso nella sua amata Petralia ha pensato di mettere in rilievo la tematica dell’emigrazione dalle Madonie, “un tema di cui sembra che si parli sempre ma di cui in realtà non si parla mai con profonda indagine delle cause e analisi delle soluzioni”, scrive in un post su Facebook. Il sondaggio non vuole essere un attacco a qualcuno, ma vuole semplicemente ritrovare un elemento che ormai manca da tempo: il dibattito. È facile pensare che manca il lavoro, ma probabilmente questo non è l’unico motivo che porta tanti giovani ad abbandonare le Madonie e a non volere più ritornarvi, il sondaggio vuole esplorare eventuali altri malesseri latenti che vanno compresi e discussi. Grazie ai preziosi suggerimenti di tanti suoi amici sono state elaborate le domande, ecco il link del sondaggio

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSd5SvKOKss9GZbl8-WQEPbZ6U2rUMAVm7kdWE3A8v2C4wsHIQ/viewform

Presto saranno resi noti i dati e programmati eventuali momenti di confronto.