“Le infrastrutture e i trasporti sono fra gli assi centrali dello sviluppo di una regione e in Sicilia possono esserlo ancora di più, dato che l’Isola paga il prezzo di anni di disattenzione della politica su questo fronte, di disservizi e tempi troppo lunghi per i progetti. Bisogna partire da quelli già finanziati, così il nostro principale obiettivo sarà quello di creare un vero e proprio ‘fronte sociale’ , interagendo con tutte le federazioni della nostra organizzazione sindacale per rafforzare l’iniziativa unitaria del sindacato confederale e, quindi, avviare il confronto con le parti datoriali: mettendo in campo un’azione propulsiva di continuo monitoraggio e di stimolo del governo e del parlamento regionale, affinché lo sviluppo infrastrutturale determini crescita economica ed occupazione”.
Esordisce così nel suo nuovo incarico di segretario generale della Fit Cisl Sicilia, Dionisio Giordano (foto) eletto stamani alla successione di Amedeo Benigno, nel corso dei lavori del consiglio generale della Fit Cisl che si è svolto al Mondello Palace hotel a Palermo. Dipendente della Rap, 47 anni, dal 2000 alla Fit Cisl con diversi incarichi e in segreteria dal 2006, Giordano ha ricoperto il ruolo di segretario regionale Fit Cisl Ambiente e di recente segretario generale aggiunto Fit Cisl. In segreteria con lui Concetta Arduino, Mimmo Perrone, Antonio Dei Bardi “Avvieremo un dialogo sinergico con tutte le istituzioni e le aziende del settore perché solo con una visione complessiva della politica dei trasporti e dei rifiuti e non più ragionando per compartimenti stagni, si potrà avviare una nuova stagione di rilancio”. “Carenze infrastrutturali, assenza di un sistema integrato dei trasporti e di un piano regionale dei rifiuti – aggiunge Giordano – , è su questo terreno che si gioca la sfida della crescita economica, un’occasione che non può essere fallita e che soprattutto non è condizionata dal tradizionale slogan ‘mancano le risorse’ spesso utilizzato dalla politica che non sa o non vuol fare”, spiega Giordano, che rilancia l’allarme sui fondi regionali destinati al Tpl, settore che fra pubblico e privato conta 7 mila addetti, dopo che la Regione ha confermato la possibilità del taglio per il prossimo anno di ben 42 milioni di euro. “Insostenibile la riduzione smisurata del livello delle risorse pubbliche destinate al settore, 222 i milioni nel 2012, 157 attualmente, e con la previsione di 115 milioni per il 2019. Ast, Amat di Palermo, Amt di Catania, Atm di Trapani e Messina sono già in grande sofferenza. Le aziende pubbliche scontano le difficoltà di bilancio degli enti locali siciliani ma anche le private, con i tagli annunciati, andranno in sofferenza. Abbiamo chiesto proprio questa settimana in II Commissione all’Ars, l’istituzione di una sub commissione parlamentare e di un tavolo tecnico permanente presso l’assessorato per i temi del TPL siciliano”.
Bisogna partire dalla risorse che ci sono già. “Il piano integrato delle Infrastrutture e della mobilità, adottato e approvato dalla Regione siciliana nel giugno 2017, individua le opere strategiche da realizzarsi nel territorio regionale e nel contempo i principi per una gestione sostenibile e integrata del trasporto pubblico, gomma, ferro e mare. Ed è un quadro infrastrutturale già pianificato e finanziato che riguarda 15 opere ferroviarie, 29 opere stradali, 9 opere di logistica, 4 opere portuali e anche interventi immateriali nel trasporto marittimo e nel trasporto aereo”.
Stesso discorso nel settore Ambiente, “l’ordinanza di protezione civile n. 513 del 3 marzo 2018 emanata in conseguenza della dichiarazione emergenza dei rifiuti in Sicilia, prevede una serie di interventi urgenti infrastrutturali con opere individuate e finanziate su Palermo, Trapani, in provincia di Agrigento e Ragusa, si facciano subito”.
Nel trasporto ferroviario dopo anni di disimpegno nei confronti della Sicilia l’azienda Trenitalia è tornata ad assumere. “Bene la firma di contratto di servizio con la Regione, è chiaro che bisogna puntare alla revisione dell’offerta commerciale e dei tempi di percorrenza innalzando contestualmente il livello del confronto sindacale per garantire un percorso riorganizzativo che tuteli i lavoratori interessati continuando sulla strada degli adeguamenti degli organici e in difesa degli impianti di manutenzione. In quest’ottica noi sosteniamo la vertenza dei lavoratori ex Keller” incalza il segretario Fit Cisl Sicilia Giordano. “E che dire del sistema delle aziende che operano in appalto del gruppo FS, la logica dell’aggiudicazione al massimo ribasso, determina evasione contrattuale e l’utilizzo eccessivo degli ammortizzatori sociali”. Dopo la riapertura della contrattazione con Anas, inoltre, aggiunge il neo segretario generale Fit Cisl Sicilia “si registra un parziale sblocco delle assunzioni ma le sue potenzialità appaiono ancora fortemente frenate. Finalmente in Sicilia ci si avvia alla costituzione di una SPA che possa andare verso il superamento della duplicazione della gestione autostradale siciliana CAS-ANAS e che in un’ottica di servizio pubblico si adoperi per tariffe e pedaggi calmierati e con un contratto aziendale per i lavoratori, che ne riconosca la reale professionalità”. Altro settore strategico per la Federazione Trasporti e Ambiente della Fit è la movimentazione, il trasporto e la distribuzione delle merci, in un’unica parola la Logistica, “tante aziende continuano a non rispettare i diritti dei lavoratori, il dumping contrattuale è sempre dietro l’angolo, c’è bisogno di una forte e continua azione sindacale a tutela dei lavoratori”. Gli aeroporti poi, sono da mettere a sistema dopo che il governo regionale ha già individuato due macro-aree Palermo-Trapani, Pantelleria e Lampedusa per la Sicilia Occidentale e Catania e Comiso per la Sicilia orientale. “A Birgi, Lampedusa e Comiso si sono registrati percorsi di ricapitalizzazione delle società di gestione, a Pantelleria si è svolta la gara dall’Enac e si è in attesa dell’aggiudicazione, la strada individuata dal governo regionale è quella giusta per non incorrere nella chiusura di alcune società di gestione dei servizi aeroportuali e la conseguente perdita di posti di lavoro”. Il settore portuale, riorganizzato sotto il profilo della governance con le autorità di sistema attende adesso il serio rilancio. “L’auspicio è che le Zes possano contribuire ad attrarre investimenti rafforzando la sinergia con altri comparti, quello del diportismo, quello turistico ma anche dei traffici energetici”.
Un passaggio sulla vertenza Liberty Lines, “bisogna salvare i 72 posti di lavoro su questo va avanti la nostra battaglia”. Infine, il sistema dei rifiuti siciliano “che non è un sistema”: le 270 stazioni appaltanti, sono nate con la legge 3/2013 del governo Crocetta, hanno di fatto annichilito il tentativo della legge 9/2010 di creare ambiti territoriali ottimali, le SRR, a dimensione sovraccomunale. “Gare al massimo ribasso, presenza di competitors di piccole dimensioni, il riaffiorire di aziende del malaffare, mettono a serio rischio i livelli occupazionali, la qualità del lavoro delle maestranze, e rischiano di portare a servizi scadenti”
Secondo il segretario generale Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo “bisogna puntare subito sul Piano integrato dei trasporti che consenta di procedere celermente alla cantierizzazione del raddoppio del binario ferroviario Paslermo-Catania e Catania-Messina, solo cosi si potrebbe ridurre il traffico merci su strada e garantire una maggiore transitabilità sulle autostrade. Sono necessari poi i collegamenti ferroviari veloci fra le città metropolitane Palermo, Catania e Messina per incentivare anche il turismo; ammodernare il sistema infrastrutturale per attrarre investimenti privati e pubblici; ma dato che spesso, nella nostra regione a mancare nonostante la presenza delle risorse sono i progetti esecutivi per carenza di figure tecniche adeguate negli uffici, come Cisl proponiamo l’attivazione di un Centro di progettazione unico che possa sostenere gli enti locali nelle procedure necessarie, con l’obiettivo anche di avviare subito tutte le opere previste dal Patto per il Sud. Ma la Regione – aggiunge Milazzo – deve pensare anche alla governance del sistema delle autonomie locali soprattutto dopo sei anni di caos post riforma delle province, partendo anche dal fatto che dalla legge di stabilità nazionale si evince la possibilità per gli enti di area vasta di implementare le attività di gare di appalto con le stazioni appaltanti in ogni provincia.. Bisogna pensare all’equilibrio dei conti degli enti locali , siamo preoccupati per ciò che sta avvenendo nei comuni di Messina per le difficoltà di Catania e Palermo e altri circa cinquanta enti locali piu piccoli.
La desertificazione intellettuale sta crescendo, 10 mila persone l’anno hanno lasciato di recente il nostro territorio per mancanza di lavoro, ed è dunque giunto il momento di agire partendo da un sistema infrastrutturale e dei trasporti finalmente adeguato alle esigenze dei cittadini e del tessuto economico”. A concludere Salvatore Pellecchia segretario generale nazionale aggiunto Fit Cisl . “Gli ultimi eventi legati al maltempo hanno dimostrato quanto ci sia ancora da fare sul fronte delle infrastrutture e la messa in sicurezza del territorio – afferma – molte opere sono già finanziate e su queste nel governo nazionale intravediamo idee contrapposte in merito all’individuazione del concetto di analisi costo-benefici che, per quanto ci riguarda, lascia il tempo che trova.
Bisogna procedere immediatamente con una manutenzione straordinaria delle infrastrutture del nostro Paese già finanziate e cantieriabili, questo interverrebbe anche sul divario che continua a esistere fra il Nord e il Sud, e attivare i progetti mancanti, subito. Da questo dipende la possibilità di risalire la china e redistribuire la ricchezza in modo più equo”.