Siamo alle solite, il Natale è ormai dietro l’angolo, con tutte le sue lucine sfavillanti, sorrisi di mezzaluna pronti ad essere sfoggiati, tenerezze di ogni genere, case apparentemente calde addobbate con colori accesi e l’attesa che la “bontà”, tra le virtù la più dimenticata, faccia da protagonista mettendo a posto tutti o buona parte degli errori commessi tutto l’anno. Un compito troppo difficile da svolgere in poche ore, ma noi uomini presuntuosi sin dai tempi della creazione, abbiamo sfidato l’ordine della natura, Eva mangiò la mela ed infranse il primo grande comandamento, da lì in poi si sono susseguiti a catena errori senza fine, che ci hanno resi fragili, stupidi ed anche presuntuosi. Sappiamo tutti che il Natale non può, in un solo giorno mettere in ordine un mondo di sentimenti che è sempre più disordinato, ingarbugliato, ma vogliamo illuderci che lo faccia , è forse questa illusione ci aiuta almeno in questo periodo a coltivare la nostra parte “buona” . Come si fa a non rimanere inteneriti dinnanzi alla storia magnifica di Gesù bambino? Eppure tutto l’anno, nascono bambini che vivono una condizione di povertà e persecuzione tanto quanto Gesù Bambino e il clamore non è lo stesso, qualcuno dirà, ma questa è tutta un’altra storia, si forse si, ma nel progetto biblico, Dio decise di incarnarsi in un bambino povero e perseguitato, non in un re, ricco e famoso, qualcosa deve pur significare? La storia si ripete sempre all’infinito, solo gli stolti non riconoscono il messaggio universale del Natale, che in fondo non si celebra solo il 25, ma tutti i santi giorni. Dobbiamo aiutare chi ci stà vicino sempre, in qualunque modo è a noi congeniale, un’aiuto economico, l’ascolto nella sofferenza, la nostra presenza,la preghiera, un sorriso di comprensione, come dice la canzone si può fare sempre di più ed ogni giorno dell’anno. Mentre le strade sono illuminate a festa e lo schopping compulsivo ci spinge a ricercare il regalino costoso, ricordiamoci di chi è nella malattia, di chi non ha una casa, di chi ha perso il lavoro, di chi è solo. La bontà bussa alle nostre case, alle nostre anime, proviamo a buttare via l’ipocrisia, la cattiveria che ha preso la scena ormai di molte rappresentazioni nella nostra vita, ricordiamoci che “la nostra fragilità” ci impone, se ci riflettiamo bene di non essere presuntuosi, perchè non c’è uomo sulla terra che non abbia bisogno di un’altro uomo, che non cè destino glorioso che non possa conoscere il mutare degli eventi, non c’è vita che duri all’infinito e che per tale motivo non può chiedere ne sconti, ne riserve di altre vite se non questa, dove ogni giorno è un giorno speciale, un dono prezioso. Buon Natale lettori di Madonielive, a ciascuno le sue riflessioni. La foto in copertina è del fotografo Marcello Cataliotti, uomo che ha conosciuto e conosce il senso di precarietà della vita, nonostante tutto fotografa la vita con una forza e passione che ci danno il metro di cosa sia veramente il senso dell’esistenza, resistere nonostante tutto, perchè alla fine ogni giorno è Natale.