Caro 2018, secondo il calendario stai per finire, siamo a meno uno!…..sono quasi pronte le case, i locali da ballo, municipi, piazze per accogliere il nuovo, tutti pronti secondo la tradizione a buttare via qualcosa e ad indossare un gadget porta fortuna, nel corpo e nella mente buoni propositi, promesse di nuovi progetti, azioni, voglia di profumi nuovi. Alla fine tutti desideriamo un po’ di fortuna, tanta salute, lavoro, un pizzico di spensieratezza, un miscuglio magico a cui nessuno vuole rinunciare. 2018, tu cosa ci hai donato? Ogni anno regala qualcosa e toglie qualcos’altro, nei meandri delle nostre frettolose esistenze tutti sappiamo cosa abbiamo avuto di bello e cosa avremmo volentieri voluto che non accadesse, questo rito dell’anno che và via e del nuovo che arriva, in fondo è un rito propiziatorio, guai se non potessimo immaginare la fine di qualcosa e l’inizio di altro in vita, senza aspettare il mitico trapasso, l’invenzione dunque di questo passaggio è straordinariamente importante anche per la nostra mente. È tempo di verifiche, lo facciamo sempre, tempo di bilanci, cesare Pavese scrisse il libro “il mestiere di vivere”, metafora della difficoltà dell’esistenza, ma quanto è difficile vivere, serenamente seguendo principi sani, cercando di dare il meglio di sé senza azzuffarci o impolverci con le brutture della vita. Caro anno che te ne vai, ci lasci con l’amarezza di tante donne uccise dai loro compagni, tanti sbarchi di uomini e donne che vengono da altri paesi, focolai di guerre sempre accesi nel mondo, il tuono della natura che trema con il suo vulcano sua maestà l’etna, che ci ricorda la precarietà della nostra esistenza, ma anche tanta forza nel cuore del premio nobel per la pace Nadia Murad , che piange dinnanzi al mondo per le torture subite in guerra e che urla nonostante tutto la voglia di vita, ci lasci il lavoro silenzioso di chi lavora nella ricerca scientifica, l’impegno dei volontari che la notte girano per le strade donando un pasto caldo a chi ha bisogno, l’abbraccio di papa Francesco con Biagio Conte e la sua Missione Speranza e Carità, ci lasci l’impegno di chi ogni giorno lavora onestamente svolgendo il proprio lavoro, la lotta alla criminalità, l’impegno delle piccole e medie imprese. In questo bilancio molto “casalingo”e “nostrano” lasciamo che ognuno faccia un’analisi personale non solo di ciò che ha ricevuto o non ha ricevuto, ma anche di ciò che ha dato, perchè ricordiamocelo siamo tutti chiamati a dare un contributo al miglioramento della nostra vita e della vita degli altri e lo possiamo fare se non ci dimentichiamo appunto di non essere monadi, ma pianeti pensanti che vivono in una galassia umana dove la capacità di stare insieme fa la differenza, agendo per azioni comune dove il mio star bene è orientato al tuo star bene, dunque cerchiamo di essere meno egoisti. Auguriamoci, buona fine del 2018 e con un sorriso propiziatorio guardiamo al 2019 con tanto movimento “battitti di farfalle volenterose e colorate di vita”.