Quando il teatro è talmente reale che ti sembra di essere davvero insieme ai personaggi “Pidocchi Riusciti” al teatro Sant’ Eugenio di Palermo.

C’è una Palermo coloratissima che non tutti conoscono, specialmente chi abita nei quartieri cosi detti perbene, che pullula di un’esperienza umana carica di umanità, comicità che è stata messa in scena egregiamente, nella commedia “Pidocchi Riusciti” andata in scena al teatro Sant’Eugenio di Palermo con un cast interessante e la regia di Antonio Di Stefano e Gino Carista.
Pidocchi riusciti, racconta in maniera divertente, un pezzo di vita di una famiglia residente in un quartiere popolare del centro storico di Palermo, che vive di stenti e di aneddoti per andare avanti, lui posteggiatore, il capo famiglia, tiene sotto controllo la gestione economica della famiglia composta da moglie, figlia e l’odiata suocera alla quale ne dice di tutti i colori, sottolineando spesso, contrasti relazionali trasversali a tutte le classi sociali, più o meno velate.
Carmelo il protagonista, nonostante la sua caricatura da “analfabeta-pensante”appare agli occhi dello spettatore simpatico per le battute e gli aneddoti di vita che rispecchiano realmente ciò che accade ogni giorno, a poche centinaia di metri dal salotto palermitano.
Musica napoletana ad alto volume, abbanniate per chiamarsi, donne perennemente in vestaglia con il vizio di raccontarsi le vicende del rione, in un telefono senza fine, la solidarietà delle donne e la sensazione di inutilità di chi non riesce a guadagnare molto nella vita e sentirsi un perdente.
Improvvisamente, accade qualcosa un messo comunale, si reca nella loro modesta abitazione, definita dallo stesso “la grotta di Santa Rosalia”, per chi conosce bene la realtà storica e sociale di Palermo, sa che molte famiglie vivono davvero in tuguri tremendi senza finestre, ne comodità di alcun genere, nella promiscquità igenico-sanitaria e relazionale, non avendo spazi sufficenti si dorme spesso tutti insieme.
Lo spettatore preso dal paradosso sorride di tutto ciò, in realtà la bravura della compagnia e di chi ha pensato la sceneggiatura, per chi vuol capire, è far riflettere e non solo sorridere alle difficoltà estreme di molte famiglie, un tema di grande attualità che non può farci anche leggere in modo diverso il senso del reddito di cittadinanza, o le misure di contrasto alla povertà che questo governo deve mettere in campo, insieme a un lavoro sociale e culturale di crescita intellettuale di molta popolazione che è rimasta ancora oggi analfabeta.
La famiglia dopo la notizia del contributo ottenuto dal comune riesce a risollevarsi economicamente e a trasferirsi nell’ambito viale Strasburgo, nella zona bene di Palermo, provando ad assumere comportamenti e stile di vita di un’ambiente di cui non potranno mai far parte, perchè non sono i soldi che trasformano le persone, ma la cultura e il riscatto sociale, ecco perchè rimarranno sempre “pidocchi riusciti”.
Una bella lezione di vita data con l’umorismo, il paradosso e battute puntuali ed esileranti, un’invito a comprendere l’importanza prima di ogni intervento economico, dell’azione della cultura, una città cresce se si lavora sulla riqualificazione culturale dei suoi abitanti, con interventi di aiuto e sostegno non solo economico.
Gli attori bravissimi, Daniela Pupella che riesce a incarnare i ruoli in maniera esilerante, Rossella Leone, Caterina Salemi, Leonardo Campanella e il verace e straordinario Gino Carista.
Ci hanno offerto quasi due ore di spettacolo intelligente usando il sorriso per trasmettere con la caricatura una valanga di significati umani di altissimo valore umano per chi ha saputo coglierli. Accanto a queste caricature immaginarie e reali cè una Palermo che rivedendosi un po’ sorriderebbe, un po’ si arrabbierebbe, perchè in quei quartieri ci sono tante brave persone che ogni giorno si muovono per crescere e far crescere meglio i loro figli, la caricatura di alcuni comportamenti è servita a riflettere.
Si replica l ‘ 1-2-3 febbraio.

Sabrina Miriana