E’ partito male l’anno per i Forestali, tra le problematiche ancora in corso sulla buste paghe dello scorso anno, i mancati pagamenti degli arretrati contrattuali e, a cui si devono aggiungere anche con i tagli che il governo regionale ha messo in atto contro il comparto. Quando c’è da tagliare, limare o raschiare il barile, i Forestali sono i primi a cui attingere fondi e soldi, come se, questi fossero in abbondanza o in disavanzo.
Una continua crisi e continui problemi per un comparto a cui manca sempre qualcosa per rivedere o cambiare i temi essenziali di tante famiglie che vive di tale lavoro. Ora il governo Musumeci (grande amico dei Forestali, in tempo di convegni e di elezioni) ha tagliato 53 milioni dalla Finanziaria in corso e, seppur si pensa che debbano rientrare da fondi FSC, la maggior parte dei lavoratori rimane scettica su tale manovra. Mancano i progetti e, manca la voglia di mettere in atto un piano di riordino come sempre sbandierato da tutti e da tanti. Non c’è voglia di cambiare e su questo i sindacati di base e di categoria si stanno organizzando a tal proposito.
A partire da lunedì mattina scendono in campo i Forestali del Sifus in un sit-in permanente davanti il palazzo dell’Ars che, accompagnerà la Finanziaria che riprenderà da lunedì pomeriggio, quindi seguendo pari passo ciò che si deve mettere in piano, e protestare contro questi continui tagli che gli operai debbono sopperire. I sindacati di categoria si sono riuniti qualche giorno addietro sotto il palazzo della Presidenza ma, non c’era nessuno degli interlocutori e nonostante non si sia capito l’esito di questo sit-in, gli stessi si sono promessi che saranno presenti più avanti se, non avranno risposte certe e concrete sui lavoratori.
Da qui si deve ripartire per cercare di mettere in piedi la nuova campagna Forestale e capire se si può mantenere ciò che sin d’ora è stato. Si rischia seriamente con questi tagli di non poter affrontare il 2019 e penalizzazioni di giornate che sono all’ordine del giorno e che mettono sempre in ansia i circa 20mila lavoratori. Quindi per il bene comune, si spera che gà da lunedì i lavoratori siano presenti a Palermo senza pensare al colore sindacale, al pullman o pensare che si possa essere in pochi ma, bisogna seguire passo passo l’iter che si intende mettere in piedi, altrimenti si rischia sempre di voler tutto, senza chiedere e, sen non si è presenti questo non si può ottenere…