Trenta minori a rischio palermitani tra i 15 e i 17 anni, segnalati dal Centro di giustizia minorile, sosterranno il loro percorso di reinserimento sociale attraverso l’agricoltura. “Dalla parte di Franti” è il nome del progetto di inclusione sociale che la Cia Sicilia Occidentale sta mettendo in campo con il consorzio Sintesi di Roma (capofila): nella capitale altri 30 ragazzi seguiti dal consorzio proveranno la medesima esperienza nei campi, seguendo tutte le fasi di crescita delle coltivazioni. Poi le due esperienze saranno messe a confronto. Di questo progetto si è parlato venerdì a Palermo, nel corso del convegno “Agricoltura sociale, un’opportunità per tutti”, organizzato dalla Cia Sicilia Occidentale con il patronato INAC e l’associazione Donne in campo. “Si tratta di 30 minori che hanno già avuto problemi con la giustizia o che sono a forte rischio di devianza. La maggior parte sono palermitani, gli altri sono figli di immigrati, nati in Italia e che hanno vissuto in certi contesti. Quale mezzo migliore di reinserimento dell’agricoltura, che ti costringe a fare cose vere, con le tue mani”, ha spiegato Enzo Rimicci, presidente del consorzio Sintesi che a Roma ha creato il noto ristorante La locanda dei girasoli, interamente gestito da persone affette d sindrome di Down.

Sono 110, in Sicilia, le social farming che hanno aderito alla rete delle Fattorie sociali e che operano quasi esclusivamente nelle aree rurali in assenza, però, di una legge quadro regionale di cui invece è dotato ormai quasi tutto il resto d’Italia. In queste strutture si svolgono regolarmente attività agricole con finalità produttive e sociali a beneficio di soggetti fragili (persone con disabilità fisica o psichica, psichiatrici, dipendenti da alcool o droghe, detenuti o ex-detenuti) o sono indirizzate a fasce della popolazione (bambini, anziani) per le quali risulta carente l’offerta di servizi. “Una legge che fissi i paletti e descriva gli ambiti di azione e i ruoli dei promotori è indispensabile per consentire un ampliamento dell’offerta di servizi”, ha spiegato il presidente della Cia Sicilia Occidentale, Antonino Cossentino. Nei giorni scorsi, il Pd ha presentato all’Ars un disegno di legge in materia di agricoltura sociale. Promotore del ddl Antonello Cracolici, ex assessore all’Agricoltura nella passata legislatura quando aveva cercato di portare in porto una legge per il settore: “Il nuovo testo declina quello vecchio, ma è un tema su cui lavorare: la sua approvazione permetterebbe di aprire nuovi volani di sviluppo socio-economico in un settore che rappresenta una delle principali risorse della nostra regione”, ha spiegato Cracolici intervenuto al convegno. “Lavoriamo senza una legge che ci aiuterebbe. Bisogna uscire dal concetto che l’agricoltura sociale è solo una bella idea da tirare fuori dal cassetto ogni tanto”, ha aggiunto Salvatore Cacciola, sociologo e presidente della rete Fattorie sociali Sicilia.

Il convegno ha ospitato anche la testimonianza di alcune esperienze di agricoltura multifunzionale vissute nell’isola: dalle iniziative per la terza età portate avanti dall’Associazione nazionale pensionati di Palermo, descritte da Caterina Pasta, all’importanza del rapporto tra agricoltura e stili di vita testimoniato da Francesco Sanfilippo, presidente dell’Associazione diabetici “Stili di vita”. A dare il proprio contributo anche Giuditta Petrillo, presidente del CeSVoP, Angelo Forgia, direttore regionale del patronato INAC-CIA, Francesco Prezzabile, psicologo e responsabile del gruppo Felix Gea e Carlo Bargione, che ha descritto le varie iniziative di interazione tra agricoltura, giovani e disagio sociale portate avanti nell’azienda agricola multifunzionale Mariscò, nel palermitano.

Le conclusioni del convegno sono state affidate a Cinzia Pagni, membro del Forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale e presidente di ASeS – Associazione Solidarietà e Sviluppo, Ong promossa da Cia-Agricoltori Italiani: “La solidarietà – ha detto – è un grandissimo valore italiano, la Cia crede nell’agricoltura sociale e sta cercando di diffonderla in tutto il territorio. Si va verso la riforma della Pac e dobbiamo incidere in questo processo, dare indicazioni. Questo è un nuovo welfare per le comunità rurali e bisogna investirci con una programmazione che metta al centro l’agricoltura”.