I discepoli gioirono al vedere il Signore (Gv 20,20) –
«All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva» . Solo grazie a quest’incontro con l’amore di Dio possiamo essere riscattati da una coscienza isolata e autoreferenziale. Si è pienamente umani, infatti, solo quando si è più che umani, ossia quando permettiamo a Dio di abitare la nostra umanità. Chi ha accolto l’amore del Signore consacrandosi a Lui e ai fratelli nel ministero, non può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri .
La bellezza della vocazione deve essere contagiata soprattutto a coloro che non hanno il coraggio di rispondere al Signore, ma anche a coloro che hanno già scelto, perché non cadano facilmente dinanzi alle difficoltà quotidiane, perdendo l’entusiasmo. È necessario, così come ho ribadito nella lettera pastorale, che le nostre comunità vengano rivitalizzate a partire dalla Parola di Dio che deve essere ascoltata, accolta, annunciata, in modo che come il seme porti frutto abbondante.
Dove c’è vita, fervore, voglia di portare Cristo agli altri, sorgono vocazioni genuine. Abbiamo bisogno di comunità che crescano nella fraternità e che risveglino nei più giovani il desiderio di consacrarsi interamente a Dio e all’evangelizzazione . Nonostante avvertiamo la scarsità delle vocazioni di speciale consacrazione, siamo sempre più consapevoli che il Signore alita ancora su questa Chiesa donandole il suo Spirito; il suo profumo d’amore e di misericordia ci attrae e ci seduce. Come gli Apostoli nel Cenacolo comunichiamo ai nostri giovani di aver visto il Signore, di averLo toccato, di aver mangiato con Lui, perché anch’essi sperimentino la sua vicinanza e amicizia.
Vi esorto pertanto, in occasione della giornata del seminario, domenica 28 aprile 2019, a pregare insistentemente, bussando alla porta del Signore, perché non manchino operai per la sua vigna. Come potranno credere in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c’è chi lo annunci? . La giornata del Seminario è una delle occasioni per rinnovare il proposito della preghiera per le vocazioni. Per questo invito ogni parrocchia a un esercizio di preghiera intensa e vera, possibilmente riservando un giorno della settimana all’Adorazione Eucaristica per le vocazioni.
In questo primo anno di ministero episcopale nella nostra amata Chiesa Cefaludense ho visto e toccato con mano le gioie e i dolori di ciascuno e di ogni comunità parrocchiale; ho percepito la passione di chi dona tutto se stesso per il Signore, senza contraccambi o gratificazioni. Da questa testimonianza credibile del Vangelo non può non scaturire il fascino della sequela e del dono di sé per il Signore.
Un gruppo di giovani ha iniziato in questi mesi un percorso vocazionale a partire dal tema del “sogno” alla scoperta di alcune figure bibliche dell’Antico Testamento. È necessario però che tutti i presbiteri, religiosi, religiose accompagnino i giovani nel loro discernimento vocazionale; suscitiamo processi e non solo percorsi per accompagnare ogni persona all’incontro amicale con Cristo .
La nostra Chiesa ha bisogno di giovani capaci di correre verso Cristo con gioia ed entusiasmo, non rassegnati all’evidenza, ma pronti a dare una svolta ad ogni logica della rassegnazione, perché vinca sempre la logica del Vangelo.
La Vergine dell’Annunciazione aiuti i nostri giovani a scoprire la propria vocazione e li renda capaci di sognare ancora per compiere scelte grandi e coraggiose per il Vangelo, a favore della nostra terra.

✠ Giuseppe Marciante