Si è conclusa da qualche giorno la festa della Transumanza a Geraci Siculo, festa di richiamo socio-antropologico rilevante, un momento di vita di una realtà agreste che rinnova cosi negli animi una bellissima storia di costume e tradizione popolare, in cui forte è la vocazione pastorizia.
Ancora arrivano nei social, i video e commenti della bella festa, che vede il passaggio delle mandrie, dai pascoli marini a quelli della montagna più freschi con l’arrivo della bella stagione, in gergo si dice che si “gavita a muntagna”, in cerca di ristoro.
È un passaggio importante per il bene degli animali, perchè possano pascolare in luoghi in cui le temperature siano migliori, con loro gli instancabili pastori, figure sempre meno presenti sul territorio e per questo meritano attenzione e rispetto.
Una vita dura quella del pastore, uomo abituato al sacrificio, ad una vita in cui non si risparmia ne’ il freddo, ne’ la fatica, uomini che imparano a conversare con la natura a comprendere più degli altri i capricci del tempo, le insidie degli eventi, paladini dei loro greggi e mandrie.
Ancora a Geraci ci sono per fortuna accanto a pastori ormai anziani a cui và tutto il nostro grazie per il lavoro svolto, molti giovani pastori che non hanno lasciato il bel borgo medioevale ed hanno iniziato sin da ragazzini a seguire questa strada, permettendo che la tradizione si mantenga viva.
Grazie pastori, grazie di mantenere ancora in vita questa splendida storia, per voi tanta ammirazione, esempio per molti, voi che popolate i nostri borghi li rendete vivi.
Inutile dire che quel suono di campanacci e scalpitio delle mandrie è musica per chi conosce queste realtà e prova nostalgia per le montagne natie, tutte le volte che vi è lontana.
D’annunzio, il grande poeta, vi dedicò alla transumanza una bellissima poesia “I pastori” ne ricordiamo solo gli ultimi versi in cui si legge: “il sole imbionda la viva lana, che quasi dalla sabbia non divaria, calpestio, dolci rumori….ah perchè non son io coi miei pastori? “ leggiamo tutta la nostalgia di un uomo che pensa in lontananza alla sua terra e tradizioni, cosi come in molti hanno pensano al proprio paese durante la festa, essendo lontani .
Molti geragesi non presenti alla festa hanno potuto attraverso la potenza dei media, dei social sentire tutta la gioia dell’evento ed auspichiamo veramente che la candidatura annunciata dal Ministero delle politiche agricole nel riconoscere la transumanza, come patrimonio immateriale dell’umanità, possa realizzarsi.
A Geraci la tradizione si mantiene viva, ricordiamo che in altre realtà la transumanza avviene, ma si usano camion e automezzi predisposti per il trasporto degli animali, dunque non avviene attraversando a piedi le montagne, di qui la particolarità dell’evento.
Ancora grazie pastori perchè con il vostro lavoro ci ricordate la bellezza delle cose buone e genuine che richiedono fatica, perseveranza, rinuncie, voi custodi di saperi straordinari tramandate la saggezza della natura che conosce gli equilibri, abbiamo sempre tanto da imparare dalla natura e da molti mestieri che ormai in pochi fanno.