Cosimo Cimino, nell’estate del 2018, ha offerto alla comunità cefaludese una sua mostra, Itinerari nell’arte, presso l’Ottagono di Santa Caterina:un vero e proprio evento, dal momento che si trattava della sua prima personale a Cefalù, città natale che l’artista ha lasciato da giovane per andare ad insegnare in Calabria e per trasferirsi nel 1961 definitivamente alla Spezia, dove ha proseguito la sua carriera di docente e di artista impegnato in molteplici forme espressive e in varie operazioni culturali, soprattutto nell’ambito della galleria Il Gabbiano, di cui è stato uno dei fondatori nel 1968.
La presentazione di Itinerari nell’arte ha avuto luogo nell’Aula Consiliare del Comune di Cefalù, dove, da qualche mese, era stata allestita una mostra permanente, fortemente voluta dal Presidente del Consiglio Comunale, Avv. Giovanni Iuppa, coadiuvato, nel progetto di valorizzazione artistica e di sintesi delle diverse voci dell’arte cefaludese,dal Consigliere Comunale Rosangela Vinci e dalla sottoscritta. La mostra comprendeva, e comprende, opere donate dagli artisti Sebastiano Catania, Giuseppe Collara, Francesco D’Anna, Domenica Ferraro, Giuseppe Forte, Anna Nelida Forti, Benedetto Morello e Silvana Schittino sul tema Cefalù: vedute e visioni.
Proprio nei giorni della sua mostra, Cosimo Cimino ha pensato di unirsi al gruppo dei generosi artisti e di realizzare un’opera per la Sala delle Capriate. Così è nata Dal mare, a cui ha lavorato per un intero anno, realizzando una particolare veduta di Cefalù.
La sua lunga carriera artistica ha attraversato diverse fasi e all’interno della sua vasta produzione possono individuarsi diversi itinerari: già negli anni Novanta ha scelto l’uso delle lattine per una fondamentale operazione ecologica di riciclaggio di ciò che l’incuria e la disattenzione dell’uomo abbandona nei luoghi più belli, offendendone la storia e la natura, e per un’importante operazione d’arte che realizza le forme ‘colorandole’ attraverso un sapiente collage di lattine opportunamente tagliate e assemblate. Probabilmente è un modo ironico, ma nello stesso critico, per sottolineare le storture e le devianze della società dei consumi, sempre meno rispettosa del patrimonio artistico e paesaggistico, con la consapevolezza artistica che ciò che ormai riteniamo inutile può acquistare nuova vita e conseguire un valore estetico e la potenza di una denuncia.
Se le lattine hanno un ruolo fondamentale nella produzione artistica di Cosimo Cimino, non meno importante è la carta, utilizzata in diverse fasi del suo percorso, la quale, tagliata, fatta a strisce, spezzata, assemblata, incollata, assume una plasticità insospettata e una corposità inattesa.
Dall’incrocio dei due percorsi, è nata l’opera Dal mare, in una prospettiva su più piani che, partendo dalla lucentezza delle lattine del mare, attraverso le assolate lattine degli scogli, introduce nel quartiere della Giudecca, sul quale si erge la maestosa Cattedrale, i cui colori sono resi attraverso il paziente uso di mille sfumature della carta che, avendo già assolto alle sue molteplici funzioni (d’imballaggio, d’incarto, di cartellone pubblicitario…), diventa, nell’opera di Cosimo Cimino, superficie di case e monumenti con una ricca storia da raccontare. E poi ancora, con le stesse tecniche e su più livelli, lo sguardo è condotto verso la Rocca, ora rocciosa ora verde, in una visione poetica dettata dagli occhi della lontananza e della nostalgia.
Tutto era pronto per la cerimonia di donazione, per una festa di incontro e di arte. L’esistenza, però, spesso segue strade diverse, meno brillanti delle lattine e più fragili della carta.
Nei giorni della preparazione dell’evento, Cosimo ha perso improvvisamente la sua splendida Marietta, moglie deliziosa, compagna di una vita, complice della sua passione artistica.
L’opera, per espressa volontà dell’artista, è stata collocata in silenzio nell’Aula Consiliare del Comune di Cefalù e chiunque può ammirarla.
Noi tutti non possiamo che ringraziare ancora una volta Cosimo Cimino, stringendoci affettuosamente a lui e ai suoi figli in un momento così doloroso della loro vita.

Rosalba Gallà