Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di disabilità e morte nelle persone con diabete tipo 2: rispetto a una persona sana, chi ha il diabete ha rischio di morte doppio e quadruplo di infarto o ictus.
In Italia sono quasi 750 mila le persone con diabete che vanno incontro nella loro vita ad almeno un evento cardiovascolare, delle quali oltre 350 mila hanno avuto un infarto e più di 100 mila un ictus. Sono poco meno di 15 mila le morti di persone con diabete imputabili a cardiopatia ischemica e rispettivamente 7 mila e 500 quelle per malattie cerebrovascolari ogni anno; in pratica stiamo parlando complessivamente di circa 60 decessi ogni giorno.
“Sono numeri importanti, come lo sono quelli delle persone che soffrono di diabete: oltre 4 milioni in Italia, dei quali 300 mila in Sicilia e 40 mila circa nella sola Palermo”, dice il prof. Salvatore Corrao, Direttore UOC Medicina interna II, Malattie Infettive e lungodegenza ARNAS Civico Palermo.
Per informare e sensibilizzare le persone con diabete sulla gestione della malattia per ridurre le complicanze ad essa correlate è nata la campagna nazionale “Al cuore del diabete”, realizzata con il patrocinio di SID – Società Italiana di Diabetologia e AMD – Associazione Medici Diabetologi, in connessione con il progetto internazionale Cities Changing Diabetes e il contributo non condizionato di Novo Nordisk e presentata oggi in un evento con il patrocinio di ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani e dall’Intergruppo Parlamentare “Qualità di vita nelle città”.
“Nonostante le malattie cardiovascolari rappresentino la principale causa di disabilità e morte nelle persone con diabete, un’indagine dell’International Diabetes Federation (IDF), condotta a livello mondiale tra persone con diabete tipo 2 per investigare il livello di conoscenza delle malattie cardiovascolari (CVD), ha evidenziato come le persone con
diabete sottovalutino i rischi; infatti, ben 1 su 4 degli intervistati si considera a basso rischio o non a rischio di incorrere in queste malattie e 1 su 4 non ha mai discusso o non si ricorda di aver parlato dei fattori di rischio cardiovascolare con il proprio medico”, spiega Carla Giordano, Direttore UOC Endocrinologia e malattie del metabolismo dell’Università degli studi di Palermo.
La campagna di sensibilizzazione su diabete e rischio cardiovascolare sta facendo tappa nelle principali piazze italiane con un’unità mobile dove è possibile ricevere una valutazione diagnostica del rischio cardiovascolare. Una volta completato il percorso degli esami previsti – misurazione dei valori di emoglobina glicata e del profilo lipidico, ecocardiogramma ed ecocolordoppler carotideo – sarà possibile confrontarsi con gli specialisti – diabetologo e cardiologo. Alla fine del percorso saranno forniti tutti i risultati per la condivisione con il proprio medico. L’unità mobile di “Al cuore del diabete” sosterà a Palermo in Piazza Verdi, dalle 9 alle 18 di giovedì 19 settembre.
Inoltre, in occasione della tappa palermitana di “Al cuore del diabete” è stato organizzata una conferenza che si terrà nella mattinata al Complesso monumentale dello Steri. Vi prenderanno parte tra gli altri il Rettore dell’Università degli studi, Fabrizio Micari, il Sindaco, Leoluca Orlando, l’Assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, il Direttore generale dell’Aoup Paolo Giaccone, Carlo Picco, e dell’Arnas Civico Di Cristina Benfratelli, Roberto Colletti, oltre a rappresentanti delle istituzioni regionali e cittadine, clinici e le associazioni delle persone con diabete siciliane.
Sono molte le persone ignare del fatto che le malattie cardiovascolari rappresentino la più comune causa di morte in coloro che hanno il diabete tipo 2”, spiega Drago Vuina, Corporate Vice President Novo Nordisk. “Per questo Novo Nordisk ha voluto sostenere questa campagna in connessione con Cities Changing Diabetes®, il progetto internazionale promosso dallo University College of London (UK) e dallo Steno Diabetes Center, grazie al quale già da diversi anni i ricercatori si impegnano a individuare le aree di vulnerabilità, i bisogni insoddisfatti delle persone con diabete e identificare le politiche di prevenzione più adatte e come migliorare la rete di assistenza”.
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