Cinquant’anni fa, in queste stesse ore, il neofascismo italiano colpì innocenti nella sede di piazza  Fontana della Banca dell’Agricoltura per provocare una svolta reazionaria nella vita pubblica, con l’appoggio di settori non marginali dei servizi segreti deviati dello Stato italiano. Quelli furono anni bui per l’Italia, sia a destra che a sinistra si crearono bande sovversive che avevano come scopo quello di distruggere lo stato democratico. E’ passato mezzo secolo  e si bisogna ricordare, ma anche fare atti concreti contro quei rigurgiti neofascisti che agitano la nostra società. Ogni cittadino democratico deve sentire questo come  un dovere e un principio. Noi tutti lo dobbiamo sentire questo moto morale e politico per i  nostri figli e nipoti, che di questa storia magari non conoscono quasi  nulla. La storia degli Anni Settanta, che comincia di fatto a piazza Fontana, non è solo stata terrorismo di destra, ci fu anche quello di sinistra e bisogna quindi, raccontandola, dire no a queste forme di violenza. In queste settimane nelle piazze di tutte le città d’Italia è rinato un forte senso civico, grazie alle Sardine, che chiede alla politica di non dimenticare e portare avanti le domande di libertà e senso civico contro l’odio e il razzismo. Non piazze estremiste, ma pacifiche in cui comandano i libri e le migliori idee democratiche. Alle Istituzioni è dato il ruolo più importante, per questo quasi 1000 sindaci hanno sfilato accanto alla senatrice Liliana Segre per significare i valori di rispetto e democrazia. Spiace dover constare che il nostro sindaco non sia andato a testimoniare, ma che abbia tardivamente affisso sul prospetto del municipio solo un banner pro Segre. Spiace ancora di più constatare che non c’è la volontà politica di questa amministrazione, di togliere la cittadinanza onoraria  a Mussolini. Non per cambiare la storia passata, ma per segnare in meglio quella futura. A Piazza Fontana morirono diciassette persone, più ottantotto feriti e Milano reagì allora, come lo sta facendo oggi. Ricordare e fare politiche serie contro la violenza rimane l’unico modo per dare senso al nostro controverso e difficile tempo.